INDIANAPOLIS 500

Un veterano e due giovanissimi in prima fila a Indy: Dixon insegue il secondo successo, al via anche Simona De Silvestro

Il quarantenne neozelandese va a caccia del suo secondo successo nella corsa del Memorial Day in programma il prossimo weekend.

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Sarà Scott Dixon a scattare dalla pole position nella 105esima edizione della 500 Miglia di Indianapolis, in programma domenica 30 maggio. Campione in carica della Indycar, il neozelandese è alla sua quarta pole a Indy e sulla prima fila dello schieramento sarà accompagnato dai due piloti più giovani dell'intera griglia: il 21enne statunitense Colton Herta e l'olandese Rinus VeeKay, con i suoi vent'anni il pilota più giovane di sempre a scattare dalla prima fila nella storia ultracentenaria della "500".

Un veterano e due giovanissimi pretendenti al gradino più alto del podio (anzi all'unico gradino del particolarissimo podio di Indianapolis) per la 105esima edizione della corsa del Memorial Day. Sei volte campione Indycar (la prima nel lontanissmo 2003, diciotto anni fa!), il 40enne neozelandese Dixon ha messo a segno la sua quarta pole position in vista della Indy 500 (dopo quelle del 2008, 2015 e 2017) completando i quattro giri dello Speedway alla media di 231,685 miglia orarie (372,781) con la Dallara-Honda numero 9 del Chip Ganassi Racing. Domenica 30 maggio Scott tenterà di rinverdire il suo unico precedente vincente a Indy, che tra l'altro risale al 2008: ben tredici anni fa. 

Sulla sua strada Dixon troverà appunto i giovanissimi Colton Herta e Rinus VeeKay. Figlio di Bryan Herta, acerrimo avversario di Alex Zanardi nella CART di metà anni Novanta, il californiano Colton ha messo a segno il secondo tempo (231.655 miglia orarie) alla guida della Dallara-Honda Andretti Autosport. L'olandese VeeKay invece (vero nome van Kalmthout) è stato il migliore dei piloti Chevrolet "staccando" con la Dallara (Chevy appunto) dell'Ed Carpenter Racing il tempo di 231.511 mph che vale un posto all'esterno della prima fila. Non più tardi di sabato 15 maggio scorso tra l'altro VeeKay ha conquistato (davanti a Romain Grosjean!) la sua prima vittoria nell'Indianapolis Grand Prix sul tracciato stradale ricavato all'interno del perimetro dello Speedway.

Nella top nine della griglia (composta da undici file per trentatré piloti) il dominio delle tre superpotenze Ganassi Racing, Andretti Autosport e Carpenter Racing è stato pressoché totale. Solo il tre volte vincitore Helio Castroneves (ottavo con la Dallara-Honda Michael Shank Racing) è riuscito ad interromperlo. Il brasiliano ha fatto meglio dell'attuale quartetto del Team Penske motorizzato Chevrolet (la sua ex-squadra) che non figura nelle prime file dello schieramento. Il migliore (si fa per dire) è un altro neozelandese: Scott McLaughlin, autore del 17esimo tempo, uno dei due soli rookies qualificati: l'altro è il brasiliano Pietro Fittipaldi, al via una fila più avanti (la quinta) insieme a Felix Rosenqvist ed al giapponese Takuma Sato che - l'anno scorso - ha fatto il bis della sua prima vittoria del 29017. Tornando al Team Penske, Josef Newgarden è solo 21esimo, il vincitore della Indy 500 del 2019 Simon Pagenaud è 26esimo e Will Power (primo tre anni fa, sono sette in totale i "formner winners al via) ha addirittura faticato a qualificarsi, riuscendoci solo con il 32esimo e penultimo tempo. L'australiano prenderà quindi il via dall'ultima fila, insieme a Sage Karam ed a Simona De Silvestro. La 32enne elvetica sarà al via della sua sesta 500 Miglia di Indianapolis (ma l'ultima era stata nel 2015) con la Dallara-Chevrolet del piccolo team Paretta Autosport.

Al via domenica 30 di saranno anche il vincitore del 2013 Tony Kanaan (seconda fila con lo specialista di ovali e team owner Ed Carpenter) ed il compagno di squadra nel team Ganassi Alex Palou. ventiquattresimo tempo ed ottava fila per Juan Pablo Montoya, vincitore nel 2000 e poi - dopo una lunga pausa dedicata alla Formula Uno ed alla NASCAR - nel più recente 2015. Il colombiano guiderà la Dallara-Chevrolet del team Arrow McLaren SP contraddistinta dal numero 86, scelto per celebrare il 50esimo anniversario della storica pole position a Indy di Peter Revson con la McLaren M16-Offenhauser che - nel 1971, appunto - portava appunto lo stesso numero.

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