Milan, che rimpianto Eriksen: ce l'avevi in pugno

Il danese oggi è uno dei migliori talenti d'Europa. Nel 2008 i rossoneri gli preferirono Merkel per ragioni economiche

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Una tripletta pazzesca nel 5-1 all'Irlanda mista a giocate di alta classe. A quei pochi che ancora non si fossero accorti di lui, Christian Eriksen ha mandato tre messaggi forti e chiari della sua forza. Giocatore chiave per la Danimarca, il fantasista è fondamentale anche nel miglior Tottenham di sempre. Ma è a Milano, sponda Milan, che stagnano i rimpianti: nel 2008 fu provinato dai rossoneri che, per ragioni economiche, gli preferirono Merkel.

Talento così precoce da farlo oggi sembrare vecchio, in realtà Eriksen è un classe 1992 nel pieno della sua maturazione calcistica. Contro l'Irlanda lo ha dimostrato prendendo per mano la sua Danimarca da buon leader carismatico e tecnico qual è. Un giocatore di categoria superiore, che disegna calcio dove gli altri non lo immaginano nemmeno e che, con una semplicità innata che spesso lo rendo meno spettacolare - ma non per questo meno efficace - è diventato nel giro di poco tempo l'uomo chiave del Tottenham di Pochettino. Lo dimostra in Premier League, dove per la sua timidezza è stato sovrastato sui media dall'esuberanza di Kane e Alli, confermando tutto quello di buono fatto ai tempi dell'Ajax e ancora prima, in patria, con la maglia dell'Odense.

Sono almeno dieci anni, infatti, che Eriksen è sulla bocca di tutti gli addetti ai lavori e anche in Italia, come per Chelsea e Barcellona, il rimpianto è bello forte. Ce l'ha il Milan che in ben due occasioni si è lasciato sfuggire il fuoriclasse danese. La prima capitò nel 2008 con il fantasista ancora impegnato con le giovanili dell'Odense. Dopo una settimana con il Barcellona che si convinsero delle qualità del giocatore, ma che non vollerò trattare l'acquisto con la società danese, Eriksen fece un provino a Milanello con il Milan. Impressionò, tanto da convincere la società rossonera a provare l'acquisto con l'Odense, ma senza trovare un accordo economico. Gli venne preferito Alexander Merkel, oggi al Bochum. Il prezzo insormontabile chiesto dai danesi: 800mila euro. Tanto per un sedicenne con tutto da dimostrare, ma quanto basta oggi per avere un rimpianto enorme.

Il Milan e Eriksen si sfiorano anche nel 2013 quando il danese decise di lasciare l'Ajax per fare il grande salto. Galliani lo avrebbe voluto ed arrivò a offrire 10-15 milioni di euro agli olandesi, ma nella trattativa si inserì il Borussia Dortmund che allungò la trattativa e scatenò un'asta che si concluse con un nulla di fatto in cui si inserirono gli Spurs, quelli che oggi se lo godono anche dopo averlo blindato fino al 2020.

Un regista moderno a tutto campo, oggi, dal valore ben più alto sul mercato e inestimabile nell'economia di gioco del Tottenham. Non più un semplice trequartista, ma all'occorrenza anche mezz'ala in grado di svariare su tutto il fronte d'attacco e premiare con chirurgica precisione gli inserimenti di Dele Alli e delle punte. Il tutto unendo un fastidioso e perpetuo pressing sul portatore di palla avversario in fase difensiva. Un giocatore che tutti, ma proprio tutti, oggi vorrebbero avere nel proprio scacchiere. Con tutti i rimpianti del caso.

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