"La Juve non giocherà solo contro 11 giocatori, ma contro tutta la nostra gente, il nostro presente e il nostro glorioso passato, siamo in tanti e dovranno sudare sette camicie per batterci". Così Mihajlovic in conferenza stampa alla vigilia del derby assieme a Benassi, a un magazziniere, a Renato Cornaglia detto Socrates, tifoso sessantenne, e Amos Ferrini, figlio di capitan Giorgio: "Sono come un dragone, se gli tagli la testa ne spuntano due".
"Per la Juve ho rispetto, per i suoi giocatori, per la sua storia: rispetto, ma non paura. Proprio per questo - ha aggiunto il tecnico serbo - faremo di tutto per toglierci questa grande soddisfazione di batterla. Dovremo essere lucidi, concentrati, usare la testa, ognuno rispettare il proprio compito. Non so se verranno rispettati i pronostici o si verificherà l'imprevedibile, cioé che non sempre il più forte vince, ma di una cosa sono sicuro: so che usciremo a testa alta giocando da Toro e dando tutto".
L'anno passato proprio il ko con la Juve gli costò la panchina del Milan: "Ma nelle partite ci sono episodi che alle volte condizionano la situazione" ha tagliato corto Miha. "L'arbitro? Non mi preoccupo degli arbitri, sono tutti bravi e possono sbagliare come tutti. Non dobbiamo pensare all'arbitro ma a noi stessi, nel bene e nel male. Vinceremo o perderemo al di là dell'arbitraggio. Quando arrivai a Roma la prima cosa che mi chiesero i tifosi fu vincere il derby e per me vincere solo il derby è una mentalità provinciale. Non basta vincere il derby e poi vivere di rendita. E' una partita importante, ma porta come tutte le altre solo tre punti".
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