Spagna-Italia 12-1: Champions, il confronto è impietoso

Sei sfide tra spagnole e italiane in questa Champions: 4 successi iberici, due pareggi e un solo gol realizzato (da Dzeko)

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Il dato di oggi, quello che campeggia sui giornali italiani, è chiaro e disarmante: Spagna-Italia 7-1, frutto del 3-0 del Real Madrid a Torino con la Juve e del 4-1 del Barcellona sulla Roma. Ma a voler ben vedere il conto è ben più salato e pesante e obbliga a una riflessione. Italiane e spagnole si sono incontrate sei volte in questa Champions League e gli esiti sono stati quasi sempre disastrosi: due pareggi per 0-0 (Roma-Atletico Madrid e Juventus Barcellona, nei gironi), quattro sconfitte senza appello: Barcellona-Juventus 3-0, Atletico-Roma 2-0, Juventus-Real Madrid 0-3 e Barcellona-Roma 4-1. Quattro vittorie su sei delle spagnole, che hanno segnato 12 gol, incassandone solo uno, quello di Dzeko.

Ci sono infinite sfumature dietro ad ogni partita, figuriamoci dietro a sei incontri. Il dato di questi due giorni, però, sembrerebbe non lasciare scampo al calcio italiano, sommerso dai gol di Ronaldo, dagli autogol giallorossi e dalle recriminazioni, arbitrali e non solo. E una differenza, netta e sostanziale, c'è, non ci si può nascondere. E c'è nonostante per un lungo tratto del primo tempo la Juventus abbia giocato con coraggio e consistenza contro il Real, dando a molti l'impressione che il gol del pareggio potesse arrivare da un momento all'altro. Anche la Roma non ha alzato bandiera bianca da subito, anche il risultato è pesante: ha avuto, come la Juve, il coraggio. Quello di pressare alto, di costringere il Barcellona a giocare una partita davvero poco brillante. Poi i giallorossi hanno fatto harakiri, spinti anche da un arbitraggio davvero troppo scarso e casalingo.

Sta di fatto che, nonostante il gap dal punto di vista del gioco sembrava essersi ridotto, si è aperta una vera e propria voragine dal punto di vista dei risultati, delle dimostrazioni di forza. Alla Roma non si chiedeva un'impresa storica, a Barcellona. Dalla Juve, invece, ci si aspettavano maggiori contromisure dopo la batosta di Cardiff. E invece, complice anche quel fenomeno di Cristiano Ronaldo, le differenze si sono acuite. È come se ad ogni incontro tra Italia e Spagna, passando per quel 3-0 nelle qualificazioni Mondiali che ci ha spalancato le porte dell'inferno e del mancato accesso a Russia 2018, si marchino con più vigore i divari tecnici, le gerarchie. Non abbiamo Messi e Ronaldo, ma non abbiamo neppure i Modric e gli Iniesta, i Kroos, i Marcelo, i Carvajal. Insomma, sembra sempre che il nostro livello sia inferiore, e probabilmente lo è.

Questione di uomini, più che di allenatori, sembrerebbe, dato che sia Allegri che Di Francesco avevano preparato con cura e intelligenza i due match. E allora cos'altro manca? Manca il coraggio, l'abitudine a confrontarsi senza paura, la capacità di alzare il livello con consapevolezza nei propri mezzi. Ogni volta, invece, veniamo ricacciati indietro da squadre sicuramente più tecniche, apparentemente anche più pronte a livello fisico, se è vero che sia Juve che Roma sono calate alla distanza, proprio quando poi i campioni possono determinare ancora di più. Poi ovvio, ci possiamo attaccare agli arbitri (terribile quello di Barcellona), alla sfortuna (determinante, sempre al Camp Nou). Ma dobbiamo svegliarci e rialzarci in fretta, inserire campioni e gente abituata ai grandi palcoscenici. Spagna-Italia 12-1 fa male, a Juve e Roma la possibilità, la prossima settimana, almeno di ridurre questo pesantissimo passivo.

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