Schwazer: "Giustizia subito"

Il marciatore azzurro si dichiara pulito, il suo legale annuncia il ricorso al Tas, un esposto in Procura e chiede l'esame del dna sul campione di urina incriminato: "Alex è andato contro dei poteri forti"

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"In questi giorni continuo ad allenarmi perchè per vincere le Olimpiadi non ho bisogno di doping, nè della giornata di grazia: solo di una giornata di allenamento. Non mi sono dopato, la provetta potrebbe esser stata manipolata" ha detto Alex Schwazer in conferenza stampa. "Se tra un anno mi danno ragione non me e frega niente, è 4 anni che lotto per questa Olimpiade perchè la vinco, perchè sono il migliore nalla mia disciplina".

E' molto deciso Schwazer durante il suo breve intervento, ribadisce la propria innocenza, chiede giustizia e la chiede subito: "Se tra un anno mi danno ragione non me ne frega nulla. Voglio andare alle Olimpiadi perchè sono pronto e le vincerò". Poi, dopo aver ricordato che "I russi andranno alle Olimpiadi e io forse no" il marciatore ha annunciato la volontà di smettere dopo Rio: "Più di quello che ho fatto negli ultimi mesi non lo posso fare, dopo l'Olimpiade smetto l'attività agonistica perchè non voglio ricominciare ancora tutto da capo, non me la sento; per me, per la mia famiglia e perchè questo potrebbe succedere ancora. Se non vado a Rio? Allora smetto prima" ha concluso l'altoatesino.

Insieme al marciatore azzurro, nella conferenza stampa a Vipiteno, anche il suo allenatore Donati e il suo legale Gerhard Brandstätter, che ha annunciato il ricorso al Tas: "Faremo ricorso al Tas di Losanna e confidiamo che si ritenga competente anche per un procedimento cautelare, è una corsa contro il tempo - ha detto l'avvocato - E' lampante che c'è stata un'ingerenza esterna fortissima per non fare gareggiare Alex a Rio e per punire Donati" è la tesi di Brandstätter, che parla di anche di "interessi e poteri forti".
"Confidiamo che Losanna valuti alla luce della normativa Wada e Iaaf il comportamento di Alex e la totale assenza di colpa e negligenza. Quello di Schwazer è un profilo antidoping, l'unico episodio è stato un riscontro con un ritardo di sei mesi, spero che il Tas di Losanna si ponga le domande giuste, ma un procedimento non si risolve in 3 giorni", ha aggiunto l'avvocato.
A conclusione del suo intervento il legale ha chiesto che sia fatto l'esame del dna sul campione di urina costato la sospensione all'atleta altoatesino e ha inoltre annunciato che è stato presentato un esposto in procura con l'ipotesi di frode sportiva. L'avvocato ha fatto poi un appello ai giornalisti: "Difendete Schwazer anche in nome dello sport italiano".

"C'è la volontà di spazzare via un atleta e il mio lavoro. A La Coruna nella 20 km di Coppa del Mondo abbiamo preferito arrivare secondi, perché le pressioni erano tali che avevo paura che lo squalificassero", ha detto Sandro Donati, allenatore di Schwazer, che poi ha annunciato: "Sono stato convocato dalla Commissione Antimafia e domani mattina ci sarò". Anche Donati sostiene la tesi della contaminazione della provetta e dell'accanimento dei poteri forti contro Alex e aggiunge: "C'è un'altra controprova, prima della Coppa del Mondo a squadre la Federazione internazionale di atletica ha raccolto segnalazioni che venivano dall'Italia e cercavano di avere specifiche sui dati di allenamento di Alex a marzo", ha spiegato. Poi Donati si è addirittura commosso "E' un imbroglio professionalizzato, ma noi ce la caveremo. Alex è un campione, si è messo in gioco con grande coraggio, ha contato solo sulle sue forze. Io l'ho aiutato a far emergere il suo talento, so come valorizzarlo perchè conosco questo mestiere. Il suo talento è immenso, Alex è un asso, non c'è russo che tenga e lo avete visto al campionato del mondo" ha detto.