Boxe, è morto Muhammad Ali

Fiaccato dal Parkinson, il pugile si è arreso in una clinica di Phoenix

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Muhammad Ali, 74 anni, è morto nella notte in un ospedale di Phoenix. L'ex campione del mondo dei pesi massimi e oro olimpico a Roma '60 era stato ricoverato giovedì 2 giugno per "precauzione". Le sue condizioni non erano state giudicate gravi, ma data l'età e il morbo di Parkinson, di cui 'il Piu' Grande' era malato da trent'anni, i medici avevano scelto la strada della prudenza. "Dio è venuto a prendersi il suo campione", le parole di Mike Tyson.

L'uomo che rivoluzionò, dominò, la boxe e che prese a pugni il ventesimo secolo, volava come una farfalla e pungeva come un'ape. Il refrain, prodotto della sua altrettanto leggendaria verve dialettica, era la sintesi perfetta della leggerezza e della potenza di Muhammad Ali. Nato Cassius Clay a Louisville - Kentucky - nel 1942, diventato pugile per via di una bicicletta rubatagli quando era poco più che un bambino. Un predestinato in un mondo ancora profondamente lacerato dall'odio razziale: insensibile pure all'oro che, a 18 anni, il giovane Cassius aveva conquistato alle Olimpiadi di Roma.

Era sempre e solo un nero e quella medaglia da illusione era diventata una beffa. Meglio dunque gettarla nel fiume. Sarà il primo gesto di rottura di un eroe trasversale, che infrangerà ogni confine per segnare il suo tempo. Prima di aggredire la corona dei massimi ai danni di Sonny Liston, Cassius Clay diventa Muhammad Ali, membro della Nation of Islam, un'associazione radicale che difende i diritti dei neri. Quando esplode il conflitto del Vietnam, Ali' si rifiuta di partire per la guerra, vuole solo continuare a danzare sul ring. Mai nessuno si era ribellato all'ordine: il prezzo da pagare è altissimo, il carcere e la corona dei massimi; ma Ali' come sempre non si fa mettere alle corde.

Ridotta la pena, ci sono nuovi regnanti da spodestare: Joe Frazier, George Foreman. Nel '74 la boxe è sempre più mediatica e il match che vale la corona si sposta a Kinshasa, Zaire, la terra madre di Ali. La battaglia lascerà al tappeto il gigante Foreman: Ali sconfigge i limiti, riscrive l'epopea del popolo nero. Diventerà re dei massimi ancora una terza volta; ma il destino gli riserva un ultimo, accanito avversario. È il morbo di Parkinson, che umilia quei muscoli agili e perfetti col tremore.

Il campione però non si nasconde e non si ferma: è sempre più chiuso nel silenzio ma ai Giochi di Atlanta del '96 - incerto e commovente tedoforo - si chiuderà simbolicamente quel cerchio lasciato aperto da una medaglia gettata via. Ali è sempre il più grande. Nessuno è mai stato come lui.

Muhammad Ali è morto dopo uno shock settico "in seguito a non specificate cause naturali". Lo ha detto il portavoce della famiglia del campione scomparso, sottolineando che questi ha passato le ultime ore di vita circondato dai familiari. Lo stesso portavoce ha reso noto che Muhammed Ali è deceduto ieri alle 21.10 e che era stato inizialmente ricoverato in ospedale nei pressi di Phoenix, in Arizona, lunedì.

"Il suo cuore ha continuato a battere per 30 minuti, mentre tutti gli organi avevano smesso di funzionare. Una cosa mai vista. A testimoniare la forza del suo spirito e della sua volontà". Così una delle figlie di Muhammed Ali, Hana, ha descritto su Instagram gli ultimi attimi del campione Muhammad. In quel momento, la famiglia intera era al suo capezzale, abbracciandolo e baciandolo.

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