VOLLEY FEMMINILE

Coronavirus, Fabris: "No alle porte chiuse. Nuove formule per i nostri campionati"

Il Presidente della Lega Pallavolo Serie A Femminile ha fatto il punto dopo la sospensione dei campionati

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Dopo l'allarme coronavirus che ha costretto la Federazione Italiana Pallavolo a interrompere tutte le attività, dalla Serie A maschile e femminile fino ai campionati giovanili, il Presidente di Lega Mauro Fabris è intervenuto ai microfoni di Radio Sportiva: "Siamo assolutamente contrari a disputare le partite di campionato a porte chiuse. Non giochiamo in grandi stadi all’aperto, ma in strutture chiuse, di dimensioni molto diverse".

Mauro Fabris

"Abbiamo innanzitutto a cuore la salute di atlete e tesserati, che non possiamo certo obbligare a girare l'Italia per disputare gare in situazioni di rischio. Le autorità di governo e sanitarie spiegano che per contenere la diffusione del coronavirus bisogna bloccare i focolai. Dobbiamo dunque prendere serenamente atto che ridurre gli spostamenti e qualsiasi occasione di contagio è la strada da perseguire. Sottolineo inoltre - prosegue Fabris - che molte delle 34 società di Serie A ci segnalano come nei loro territori gli impianti pubblici e privati siano stati chiusi dalle autorità e dunque non ci sono palestre agibili per allenarsi. Immaginare che non ci si possa allenare, ma si possano disputare partite ufficiali è qualcosa che si scontra con le evidenti disposizioni delle autorità sanitarie. Non avere strutture disponibili nemmeno per gli allenamenti, peraltro, penalizzerebbe solo alcune delle squadre di Serie A". 

La decisione, secondo il Presidente della Lega Pallavolo Serie A Femminile, è quindi inevitabile: "Conviene insomma fermare tutto e pensare a formule alternative. Stiamo già ragionando su un'organizzazione diversa del finale dei campionati e di eventuali modifiche sui format da adottare in Serie A1 e Serie A2. La situazione è in divenire e va affrontata con tranquillità, riteniamo di interpretare bene il senso di attenzione verso tutte e tutti con la richiesta di evitare viaggi e trasferte".

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