A rischio il 2017 per Djokovic

Il serbo dopo il ritiro: "Nessun medico è riuscito a spiegarmi la situazione"

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Arrivano brutte notizie per Novak Djokovic e per i suoi tifosi: la seconda parte del 2017 è a rischio e lo avrebbe confermato ai media serbi. Dopo il ritiro che lo ha estromesso ai quarti di finale di Wimbledon contro Thomas Berdych, la sua stagione potrebbe considerarsi conclusa. L'ex numero uno del ranking è, infatti, stato costretto a fermarsi dopo appena 63 minuti di gioco per un problema al gomito destro che si trascina già da un anno e mezzo.

A Miami, infatti, aveva dato forfait ma il problema sembrava risolto durante la stagione sulla terra rossa. E invece è tornato a disturbare nel momento meno opportuno, nel corso di un torneo che aveva già visto fuori dai giochi prima Rafael Nadal e poi Andy Murray e che, quindi, aveva creato la possibilità al serbo di riconquistare una semifinale Slam che manca sul curriculum dagli Us Open del 2016.

La situazione sembra più seria del previsto anche perché nessuno specialista è riuscito a fornirgli un quadro chiaro della situazione: “Se devo essere sincero, nessuno degli specialisti con cui ho parlato è stato chiaro. Hanno menzionato tante opzioni diverse, compreso l'intervento chirurgico. Nessuno è stato così chiaro da dirmi cosa avrei dovuto fare. Per una decina di mesi la situazione è andata meglio, ma negli ultimi sette mesi non ha funzionato così bene. Più match gioco e più le cose peggiorano. Ora farò tutti i controlli del caso, poi valuteremo cosa fare”.

Djokovic ha quindi preferito non peggiorare la situazione e ha scelto di stringere la mano al ceco quando era in svantaggio 7-6 2-0. I problemi, in effetti, si erano già visti nell'incontro contro Mannarino: il serbo aveva infatti chiesto per ben due volte l'intervento del fisioterapista che ha poi richiamato nel match contro Berdych in cui il male era troppo per poter continuare. “Sono riuscito a giocare per mezz'ora circa con un dolore insopportabile – ha spiegato il serbo in conferenza stampa – ma poi la situazione è peggiorata. Tutti i trattamenti medici non hanno funzionato, e sia col dritto sia col servizio sentivo molto dolore. Ho passato due ore, due ore e mezza coi fisioterapisti per migliorare la situazione e sono riuscito ad arrivare fino a qui. Non era possibile fare di più. Probabilmente il fatto di aver giocato martedì con Mannarino e non aver potuto riposare per un giorno ha influito. È una situazione dura da digerire perché stavo giocando molto bene, probabilmente meglio che negli ultimi dieci mesi. Sull'erba non avevo ancora perso un set e mi sentivo molto bene. È sfortuna ma tutto avviene per un motivo”.

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