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I Giochi della Gioventù "non sono stati insufficienti", ma sono stati "un modo per riattivare un meccanismo che comunque ha le sue complessità, per iniziare e ripristinare una tradizione perduta e arricchirla di contenuti nell'arco non di qualche anno, ma di poche settimane. Nei tre mesi che nei quali abbiamo organizzato questa prima edizione abbiamo cercato di concentrare il senso della ripresa" di una manifestazione che era stata "abbandonata per 8 anni". Così Andrea Abodi, ministro per lo sport e i giovani, rispondendo a un'interrogazione in Commissione Cultura alla Camera in merito alla prima edizione dei Giochi della Gioventù nella nuova formula andata in scena allo Stadio Olimpico. "Stiamo già lavorando per l'anno scolastico 2025-26, riteniamo che il programma educativo dei Giochi debba essere molto ampio" per far sì che "trovi attuazione il modello organizzativo finalizzato non soltanto alla competizione e alla promozione della pratica sportiva a scuola, ma anche al processo di alfabetizzazione civica che pensiamo possa essere maggiormente efficace attraverso lo sport", ha aggiunto Abodi. Il ministro ha poi risposto a un'interrogazione sulle iniziative per tutelare gli impianti sportivi pubblici gestiti da soggetti non lucrativi, in attesa di una possibile interpretazione uniforme della normativa Imu. "Ho già iniziato, direttamente e con le interlocuzioni degli uffici, un confronto con il viceministro Leo e con tutta la sua struttura" per "trovare un quadro interpretativo che sia uniforme" e rispetti "l'esigenza primaria di consentire la sopravvivenza dei soggetti che gestiscono le attività sociali, ricreative e sportive, distinguendole dai soggetti che hanno prevalente attività commerciale, che sono sottoposti come tutte le imprese alle regole dell'Imu", conclude.