SCIALPINISMO

Millet Tour du Rutor Extreme: sfida ad alta quota per il Mondiale Long Distance  

La ventesima edizione della classica del circuito La Grande Course è in programma a cavallo tra marzo ed aprile sulle montagne della Valle d’Aosta.

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© Stefano Jeantet

Tre giorni di scialpinismo al massimo livello, anzi iridato. Tre tappe per incoronare i nuovi campioni del mondo Long Distance. Tre locations per Millet Tour du Rutor Extreme, la cui ventesima edizione andrà in scena da giovedì 31 marzo a sabato 2 aprile. Tutto questo e molto altro ancora. Unica tappa del circuito biennale La Grande Course del 2022, TDRX coniuga sport e cultura, modernità e tradizione, inclusione e solidarietà. In gara nello stesso contesto i campioni affermati che si contendono il titolo iridato sulla lunga distanza ed i giovani che puntano a crescere e magari a scalare - letteralmente - i vertici di una specialità che si prepara ad un passaggio-chiave della propria (speriamo) evoluzione: l’esordio nel programma olimpico, a partire dalla prossima edizione dei Giochi invernali a Milano-Cortina 2026.

Mentre lo skialp a cinque cerchi punta sulla visibilità e su criteri logistici e promozionali  più o meno obbligati (fondamentalmente quelli della Coppa del Mondo) il circuito La Grande Course punta ad assicurare un futuro certo allo scialpinismo se così possiamo dire “originale”, quello che si allontana dalle piste da sci e dai fondovalle per affrontare creste, ghiacciai, valloni remoti. Trovare la sintesi tra le due anime di questo sport è la vera sfida del futuro. Intanto il Tor du Rutor affronta quella del presente, anzi della strettissima attualità, visto che il conto alla rovescia verso l’edizione del ventennale si appresta ad entrare nel suo ultimo mese e tutto il comitato organizzatore è all’opera per proporre agli atleti uno scenario da sogno ed una prova di massimo impegno, che offrirà agli atleti top la chance di sfidarsi per il titolo iridato Long Distance in prova unica ed a tutti gli altri quella di vivere un’esperienza sportiva che teme pochissimi confronti. Lo abbiamo scoperto nel corso delle due giornate del Press Day nei luoghi della gara, aperte dalla conferenza di presentazione di TDRX 2022 ad Arvier (campo-base dell’evento), nel corso della quale ad introdurre la stampa specializzata alla ventesima edizione della prova è stato Marco Camandona, frontman dello staff organizzatore, nonché guida alpina ed alpinista di fama mondiale, con al suo attivo la salita (senza ossigeno supplementare) di dieci dei quattordici “ottomila” del pianeta: l’ultimo il Dhaulagiri, nell’ottobre dello scorso anno.

© Stefano Jeantet

Millet Tour du Rutor Extrême è una tra le più spettacolari e moderne gare a coppie scialpinistiche ed andrà in scena sul territorio dei comuni di Arvier, Valgrisenche e La Thuile. La gara trae le sue origini dal “Trofeo del Rutor” disputato nell’estate del 1933 sul ghiacciaio del Rutor, versante di La Thuile. La manifestazione, a cadenza biennale, è organizzata dallo Sci Club Corrado Gex di Arvier ed è resa possibile dal contributo della Regione Autonoma Valle d’Aosta, delle amministrazioni comunali locali e di numerosi sponsor privati. Le iscrizioni sono aperte e chiuderanno domenica 6 marzo. L’edizione 2020 - annullata a causa della pandemia - aveva coinvolto atleti provenienti da diciotto nazioni. Millet Tour du Rutor Extrême sarà unica tappa 2022 de La Grande Course, il circuito delle gare più belle e prestigiose dell’arco alpino e dei Pirenei, del quale fanno parte Pierra Menta, Trofeo Mezzalama, Patrouille des Glaciers, Adamello Ski raid e Altitoy Ternua. 

© Stefano Jeantet

Per l’ormai imminente edizione sono previsti 7500 metri di dislivello positivo, 30 cambi di assetto, 105 chilometri di sviluppo, 60 di salita, 45 di free ride, sei chilometri di creste e canali, quattro bivacchi elitrasportabili di supporto. In ciascuna delle tre giornate di gara gli atleti saliranno oltre i 3000 metri di quota. Se le condizioni meteo e la sicurezza lo consentiranno, non saranno istituiti saranno cancelli orari. Tutte le squadre al via avranno quindi la possibilità di arrivare in fondo alla gara e di essere “finisher al Tour du Rutor Extrême”, di fatto entrando entrare nella storia della manifestazione.

© Stefano Jeantet

Gli atleti delle categorie assolute si sfideranno in tre giornate di gara (da giovedì 31 marzo a sabato 2 aprile) ed in squadre da due elementi, sia al maschile che al femminile. Particolare attenzione viene riservata dagli organizzatori del Tour du Rutor  al giovani e giovanissimi, con percorsi specifici loro dedicati. Un circuito di vero scialpinismo in ambiente, con passaggi alpinistici, canali e creste. Vera montagna, discese in powder, briefing, fotografi e addetti stampa dedicati. In vista dei giochi Olimpici e Paralimpici Invernali Milano Cortina 2026, gli organizzatori del Tour du Rutor credono sia necessario dare ai giovani la possibilità di gareggiare in piena sicurezza, in un parco giochi naturale come quello delle montagne del TDRX, limitatamente ai settori di Arvier e Valgrisenche. I percorsi sono stati ideati soprattutto per far divertire i ragazzi che affronteranno inversioni, canali e discese stupende. Gi atleti delle categorie giovanili (Under 20, Under 18 e Under 16) correranno nella formula individuale su due giornate (venerdì e sabato), mentre - novità assoluta di TDRX 2022 - scenderanno in campo anche gli atleti delle categorie promozionali (Under 14 e Under 12). Anche loro individualmente sabato 2 aprile, giornata conclusiva dell’evento.

© Stefano Jeantet

Tappa 1 (30 KM)(2500 M D+)(2300 M D-)

Tappa 2 (19 KM)(2100 M D+)(2100 M D-)

Tappa 3 (17 KM)(2400 M D+)(2400 M D-)

DAY 1 (giovedì 31 marzo)

La novità di questa edizione sarà la prova inaugurale con partenza dal centro di La Thuile e arrivo a Valgrisenche: un “garone” con ben 2400 metri di dislivello in salita. Il percorso, disegnato da Marco Camandona e dal suo esperto gruppo di tracciatori, ricalcherà in parte l’itinerario della gara andata in scena nel lontano 1933, che viene identificata come prima edizione del Tour du Rutor. Un percorso lungo ed alpinistico, una traversata meravigliosa su uno dei ghiacciai più grandi della Valle d’Aosta. 

DAY 2 (venerdì  01 aprile)

Per la seconda giornata si tornerà in Valgrisenche, ma in vero “TDR Style”. Rispetto al passato sarà una tappa più moderna con tre salite ed un tratto alpinistico lungo la cresta che porta alla cima Alpe Vielle (punto più alto a 2963  metri du quota), per poi scendere nel vallone di San Grato, al confine con la Francia, e risalire su un pendio incontaminato che porterà alla picchiata verso il traguardo. In questo caso si affronteranno un totale di 2100 metri di salita. Questa tappa è stata studiata per dare respiro agli atleti e di permettere loro di recuperare le energie dopo l’impegnativo esordio ed in vista del gran finale sulle vette del Rutor e dello Château Blanc.

DAY 3 (sabato 02 aprile)

Dal passato al presente. La terza tappa si svolge nei luoghi d’origine del TDRX moderno, con partenza e arrivo dalla località di Planaval (1554 mslm) e prevede uno spettacolare anello intorno allo Château-Blanc. Un itinerario che porterà gli atleti sulla vetta a quota 3422, dopo avere superato gli alpeggi Orfeuille (1982 mslm) e Plan-Petet (2282 mslm). In questa tappa il dislivello positivo sarà di 2300 metri circa. I primi a tagliare il traguardo saranno i nuovi campioni del mondo Long Distance.

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 Millet Tour du Rutor Extrême ha una storia recente iniziata nel 1995, quando lo Sci Club Corrado Gex ed alcuni giovani di Arvier decisero di tornare ad organizzare una gara sci alpinismo la cui prima edizione venne disputata col nome di “Trofeo del Rutor” nel mese di luglio del 1933, seguita solo a distanza di quindici anni da una seconda edizione nel 1948. In realtà non si trattava di una prova di scialpinismo, bensì di corsa su un ghiacciaio dopo un approccio a piedi con partenza dal rifugio S. Margherita, alla base del Grand Assaly. La gara di ottantanove anni fa si sviluppava sul duro percorso di 18 chilometri e 700 metri di dislivello, quasi su un ampio anello di pista che contornava l’immenso ghiacciaio del Rutor. Il regolamento della gara - inevitabilmente calata a livello di spirito e motivazioni nell'enfasi fascista dell'epoca - prevedeva che ogni squadra fosse provvista di piccozza e che ogni concorrente portasse lungo tutto il percorso il sacco alpino affardellato. Venti le squadre della prima edizione, che partivano dal Rifugio S. Margherita percorrendo un tratto a piedi con sci in spalla, salivano alla base del massiccio della Grande Assaly (metri 2825), toccavano i Colli Loydon ovest e Loydon est, Avernet (metri 3307), ed attaccava, costeggiandola, la cresta del Rutor raggiungendo la Capanna Defey (metri 3373), culmine della gara. Di qui i concorrenti con rapida discesa dovevano raggiungere il traguardo d’arrivo sempre in cordata passando alla base del Chateau Blanc e del Flambeau. Come tutte le gite e gare in cordata, il percorso richiedeva una grande coesione dei tre componenti la pattuglia ed una buona conoscenza alpinistica, naturalmente unita all’abilità sciatoria.  

Per quanto riguarda il recentissimo passato, nelle due ultime edizioni andate in scena (2016 e 2018) la fortissima coppia azzurra formata dal valtellinese Michele Boscacci e dal trentino Davide Magnini si era imposta in entrambe le occasioni mentre - a livello femminile - la campionessa transalpina Axelle Mollaret aveva ugualmente fatto doppietta ma con due compagne diverse: la connazionale Laetitia Roux sei anni fa, l'elvetica Jennifer Fiechter quattro anni fa. 

© Stefano Jeantet

Mountain village

Lo scialpinismo per sua natura è uno sport ecosostenibile, in quanto non prevede impianti di risalita: si sale con sci e pelli di foca, ramponi e si scende con gli sci. Il Millet Tour du Rutor Extrême ha sposato questi valori dal punto di vista organizzativo e per quanto concerne la promozione di un turismo green, legato ad un’etica della montagna in linea con i valori di sicurezza, conoscenza e rispetto. Sarà questo il tema di Mountain Village 2022, fiera di settore, che dal 30 marzo al 1° aprile sarà allestita presso l’area verde del Comune di Arvier. Nella stessa area, sarà allestito un piccolo studio televisivo per la WEB TV. Nel post gara verrà trasmesso in diretta streaming (a partire dalle 17.00 sul sito ufficiale e sui canali social) una sorta di “Processo alla tappa”, con la conduzione del giornalista sportivo Silvano Gadin. Gli argomenti trattati riguarderanno naturalmente la montagna, lo scialpinismo, lo sport, la solidarietà, il tutto con la presenza di ospiti, atleti, operatori del settore, fisioterapisti, medici sportivi.

Collaborazione con le università

Anche per il 2022 è stato siglato nuovamente un accordo con la rete di Fisioterapisti e Consulenti multidisciplinari in ambito sportivo, medico, riabilitativo residenti o con sede dello studio libero-professionale in Valle d’Aosta (facenti capo al Protocollo d’intesa con studi Fisioterapici di montagna) e le seguenti università: UPO (Università del Piemonte Orientale), SUPSI (Scuola Universitaria per la Svizzera Italiana), Unito (Università di Torino).  Di questo gli organizzatori di TDRX sono particolarmente fieri in quanto ( oltre a dare un servizio agli atleti) coinvolge numerosi studenti che - partecipando alla manifestazione - possono fare pratica sulle reali problematiche muscoloscheletriche. In questa edizione sarà approfondita la tematica relativa della “Gestione clinica dei dolori muscolari a insorgenza ritardata (DOMS)”.Nella passata edizione si era invece tenuto il corso in “Gestione delle problematiche muscolari”. Docenti Italiani, Belgi e Svizzeri, in quella occasione, si erano confrontati su ragionamento clinico, approccio in acuto, gestione dei DOMS e Trigger point. Inoltre, il gruppo fisiomontagna contribuì alla ricerca scientifica condotta dai colleghi ricercatori della SUPSI (Scuola Universitaria per la Svizzera Italiana) predisponendo l’organizzazione e l’acquisizione dei dati per un progetto sulle variazioni di stifness del tendine d’Achille e del tendine rotuleo sottoposto a sforzo ripetuto.  

© Stefano Jeantet

 Il fumetto dedicato realizzato dalla Scuola Holden

Del menu variegato e multitasking dell’evento Tdr fa parte anche il fumetto dedicato alla prova realizzato Scuola Holden che racconta lo scialpinismo nella forma della graphic novel, come spiegato da Elena Miglietti e Mauro Berruto (estratto).

La Scuola Holden è un posto dove si allenano talenti, preparandoli a cimentarsi nel mondo affascinante della narrazione. Gli esseri umani si nutrono di storie, fin dai tempi antichi sono proprio le storie a possedere la capacità di trasmettere conoscenza, ispirazione, intensità. Quando ci è stata affidata la ventennale storia del Tour du Rutor, l’abbiamo trattata con grande rispetto e curiosità, affidandola a quattro nostri giovani talenti. Volevamo un punto di vista laterale, una reinterpretazione di quanto metaforica possa essere una sfida come questa. Con un dettaglio da mettere in luce: ci affascinava l’idea della gara vissuta in coppia, delle dinamiche extra-sportive che questo tipo di competizione potesse mettere in moto. Abbiamo scelto un linguaggio moderno, quello della graphic novel. Perché la bellezza di questo viaggio nel tempo potesse, senza dubbio, guardare al futuro. Così è nato questo lavoro, questo omaggio al passato, al presente, al futuro. Un omaggio, soprattutto, all’eternità della montagna. La storia del Tour del Rutor ci ha insegnato che lo sci alpinismo non è una variante o un’interpretazione dell’alpinismo, ma una meravigliosa metafora che mette insieme una dimensione tridimensionale della sfida. L’approccio verticale, il piano inclinato, la fatica, il respiro che si appesantisce. La dimensione orizzontale, circolare, come quel ruotare di pellegrini intorno alle montagne sacre del mondo. Infine, la vertigine della velocità, della discesa. Tre linee che portano verso, intorno e giù dai maestosi versanti di bellezza della montagna. Abbiamo scoperto che ciò che unisce quelle traiettorie è un fatto semplice: la vittoria è un dettaglio. Al limite una conseguenza.

© Stefano Jeantet

 

Millet Tour du Rutor Extrême e solidarietà

Aiutare le persone e i bambini più bisognosi e sostenere chi promuove la ricerca scientifica è un impegno morale a cui nessuno può sottrarsi. Quest’anno il Tour du Rutor, da anni accanto all’associazione Sanonani Onlus, raddoppia il proprio impegno e sposa la causa di Parent Project APS - presente sul territorio di Arvier come iniziativa solidale e di aggregazione creativa a sostegno della ricerca sulla distrofia muscolare di Duchenne e Becker - perché ritiene che anche grazie a questo contributo si può dare una mano a raggiungere traguardi difficili, ma non impossibili. Valori assolutamente in linea con lo spirito agonistico “estremo” della gara di sci alpinismo.

L’associazione Sanonani Onlus, fondata nel 2015 per aiutare i bambini nepalesi, è nata dalla volontà di Marco Camandona e di sua moglie Barbara, con alcuni amici ed un gruppo di alpinisti. Ai fondatori si sono aggiunti numerosi sostenitori e volontari, amici e benefattori. L’orfanotrofio Sanonani (che in nepalese significa Piccolo Bambino) è situata nella periferia di Kathmandu e ad oggi accoglie venticinque bambini tra orfani e bisognosi, che hanno così la possibilità di frequentare la scuola pubblica e continuare a vivere nella loro terra di origine. L’intento principale è quello di aiutare queste persone nel rispetto e nella difesa della loro cultura, della loro lingua, delle loro convinzioni religiose e del loro pensiero. Un modo concreto per ringraziare il popolo nepalese per ciò che fa nei confronti degli alpinisti rispettosi della natura e dell’ambiente.

Parent Project aps è un’associazione di pazienti e genitori con figli affetti da distrofia muscolare di Duchenne e Becker, una grave malattia rara e degenerativa che riguarda un neonato maschio ogni cinquemila e che non ha ancora una cura. Dal 1996 lavora per migliorare il trattamento, la qualità della vita e le prospettive a lungo termine di bambini e ragazzi attraverso ricerca, educazione, formazione e sensibilizzazione. Gli obiettivi di fondo che hanno fatto crescere l’associazione fino ad oggi sono quelli di affiancare e sostenere le famiglie dei bambini che convivono con queste patologie attraverso una rete di Centri Ascolto, promuovere e finanziare la ricerca scientifica al riguardo e sviluppare un network collaborativo in grado di condividere e diffondere informazioni-chiave.

 

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