MOTOGP

Per molti, ma non per tutti: il Mugello primo bivio stagionale per chi punta al titolo, ma non solo

La sesta tappa della MotoGP fa già da spartiacque tra chi puntava al titolo al via stagionale in Qatar e chi è "autorizzato" a farlo solo da qui in avanti!

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Con il Gran Premio d'Italia si chiude in pratica questo fine settimana il primo terzo del Motomondiale ed in buona sostanza il Mugello è quindi un appuntamento da "dentro o fuori" per chi punta al titolo della MotoGP e - a più ampio raggio - una sorta di "sliding doors" per le ambizioni personali di buona parte dei piloti in griglia ed in particolar modo per chi - come Valentino Rossi - nel corso della propria carriera ha fato del circuito adagiato tra le colline toscane un "pilastro" della propria epopea a due ruote.

Per il "Dottore" non si tratta ovviamente di ambizioni iridate ma - sulla pista che lo ha visto trionfare sette anni di fila nella MotoGP, dal 2002 al 2008 - del miglior banco di prova per una decisione sul proprio futuro in sella ad una moto della premier class, sempre più urgente ed attesa. Al Mugello Valentino ha vinto anche nel 1997 in 125 e nel 1999 in 250, nelle stagioni culminate con i rispettivi titoli iridati. Insomma, un  luogo dell'anima - agonistica - che potrebbe aggiungere "cavalli" al motore della sua M1: in ottica gara ed in chiave futuro. 

 

Hanno un compito ancora più sostanziale ed immediato in Toscana quattro piloti che puntano (ma sarebbe quasi tempo di dire "puntavano") al titolo quando la stagione ha preso il via in Qatar tra l'ultimo weekend di marzo ed il primo di aprile. Il tempo, appunto, rischia di scadere già al Mugello (in caso di mancato exploit) per il neopapà Maverick Vinales, per Franco Morbidelli e per la coppia Suzuki formata da Alex Rins e da Joan Mir. Tutta gente con... gli attributi ma sprovvista di una Ducati, indispensabile per imporsi in MotoGP la Mugello nelle ultime tre edizioni delk GP d'Italia (2017, 2018 e 2019).

Campione in carica, Mir ha grossomodo la regolarità del 2020, che però quest'anno non è più sufficiente. Servono performances assolute, come quelle messe fin qui sull'asfalto da Fabio Quartararo (leader della generale con 80 punti) , dai due ducatisti factory Francesco Bagnaia e Jack Miller (secondo e quarto con 79  e 64 punti) e da quello Pramac Johann Zarco, terzo con 68 punti, a separare le due Desmosedici Lenovo. E se lo stesso Mir (49 punti) e sesto a quota 59 punti (alle spalle di Vinales - 56 - in caduta libera dopo la vittoria all'esordio stagionale in Qatar), molto più complicata e praticamente irrimediabile in chiave iridata è la situazione del suo compagno di squadra Rins che non è ancora riuscito a tornare sul podio, che ha sfiorato solo nel GP di Doha. Agli "azzurri" (nel senso della Suzuki) manca forse Davide Brivio?

A proposito di protagonisti 2020 un po' "sbiaditi" in questo primo scorcio di 2021, il Mugello rappresenta una sorta di ultimo treno per il Mondiale anche per Morbidelli. Il passaggio ha vuoto di Le Mans ha un po' interrotto la risalita del nostro in classifica dopo l'avvio stentatissimo e, curiosamente, Franco non ha mai vinto al Mugello (nemmeno in Moto2) ed anzi non è mai salito sul podio nelle sue precedenti partecipazioni. Mentre una prestazione da primi tre domenica pomeriggio è un imperativo per il pilota Petronas SRT ed è - in condizioni meteo "asciutte" fuori dalla portata di Danilo Petrucci (vincitore due anni fa con la Ducati dell'ultima edizione del GP d'Italia), coinvolto nella crisi KTM: nessuno dei quattro piloti della Casa di Mattighofen è presente nella top ten della classifica generale.

Non abbiamo qui trattato Marc Marquez: il suo "status 2021" - ormai lo sappiamo - è del tutto particolare: il suo futuro non è legato ad un singolo GP ma al bilancio complessivo al termine di questa stagione, nella quale però, soprattutto nel suo finale - Marc potrebbe fare da "arbitro" della sfida iridata, influenzandone l'esito con il suo livello di performance. Ma questa, appunto, è tutta un'altra storia.

 

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