Il noto procuratore a sorpresa: "La società bergamasca avrebbe poi un risarcimento"
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L'Atalanta ha detto all'offerta dell'Inter per Ademola Lookman e la telenovela di mercato dell'estate si è arricchita di nuovi particolari. Dalla presa di posizione dell'attaccante nigeriano che ha chiesto pubblicamente la cessione alla risposta pubblica dell'Atalanta, tramite Percassi, che ha spiegato la propria posizione anche rispetto alla presunta promessa fatta al giocatore nel 2024. Nel lunghissimo tira e molla e in attesa di capire se l'Inter proverà a fare un'offerta migliorata alla Dea è intervenuto il noto agente Andrea D'Amico portando alla luce una possibile via d'uscita per il giocatore.
"Ricordiamoci che un giocatore dopo il caso Diarra può anche decidere di rescindere un contratto - ha commentato a sorpresa a Radio Kiss Kiss Napoli -. L'Atalanta poi avrebbe un risarcimento. L'abolizione dell'articolo 17 vige sulla libera circolazione dei cittadini in Europa e Lookman, da extracomunitario, sfrutterebbe equiparazioni giurisprudenziali che accomunano i lavori comunitari agli altri". Una soluzione che potrebbe scombussolare il mercato e non solo per quanto riguarda Lookman: "L'Atalanta dovrebbe prendersela con le società che fanno azioni di disturbo sul giocatore, l'Inter la sua offerta l'ha fatta".
IL CASO DIARRA
Ma cos'è il "caso Diarra" citato da D'Amico nell'intervista? Un caso internazionale che potenzialmente può stravolgere le regole sui trasferimenti dopo che la fondazione olandese "Justice for players" ha avviato una class action contro la FIFA e alcune federazioni calcistiche europee (Belgio, Francia, Olanda, Danimarca e Germania) per chiedere il risarcimento dei danni causati dalle norme sui trasferimenti a giocatori ed ex giocatori.
Nel 2014, Lassana Diarra (ex Real Madrid e PSG) aveva lasciato il Lokomotiv Mosca dopo un solo anno (su quattro) di contratto, venendo condannato a pagare 10 milioni di euro di risarcimento al club. Il giocatore si rivolse alla giustizia ordinaria affermando di essere stato costretto a non giocare per una intera stagione a causa di norme inique. La Corte di Giustizia dell'Unione Europea lo scorso ottobre ha dichiarato illegittime alcune norme vigenti dando ragione all'ex giocatore, che quindi ha richiesto un risarcimento dei danni.
Secondo la Corte, in sostanza, le norme FIFA sui trasferimenti violano il diritto della concorrenza dell’Ue e la libera circolazione dei lavoratori, rendendo difficile per un calciatore risolvere il proprio contratto di lavoro senza giusta causa. La richiesta è quindi che le regole si adeguino a quelle applicate ai lavoratori in Europa. Al fianco del giocatore si è già schierato il sindacato calciatori Fifpro Europe, che la definisce "la risposta concreta alla sentenza Cgue, centralizzando la difesa degli interessi dei giocatori interessati, con ampie implicazioni per l'industria calcistica".