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Juve, quando l'algoritmo cambia i piani: Comolli non si fida più di chi ritorna dall'Arabia Saudita

L'amministratore delegato bianconero ha scartato l’ipotesi di riportare in Italia Brozovic e Kessie

di Andrea Cocchi
16 Nov 2025 - 10:28

C'era una volta il vecchio osservatore, spesso ex giocatore del club, che faceva relazioni sulle caratteristiche dei giocatori da comprare. Destro, sinistro, colpo di testa. Poi sono arrivate le videocassette, i cd o le chiavette usb con le immagini di chi ti interessava. E così potevi pescare anche un terzino dell'Angola o un trequartista uzbeko. L'evoluzione della specie, però, ha creato l'algortitmo. Nel calcio, dicesi algortimo "lo strumento che analizza enormi quantità di dati per supportare le decisioni, principalmente nello scouting e nell'analisi delle prestazioni".

C'è chi non potrebbe vivere senza. Il neo amministratore delegato della Juventus Comolli, per esempio, è un grande fan. "Non dobbiamo avere paura di associare i dati al calcio, altri lo fanno ma non vogliono che voi ne parliate. Sono stato identificato negli anni per questo motivo. La mia ossessione è cercare di vincere ma anche come migliorare con i dati, come rafforzare questa cultura. Con questa ossessione che ho per migliorare ogni singolo giorno. Bisogna avere un vantaggio competitivo con gli altri, per farlo occorre usare i dati. Utilizzare i dati per poter avere un vantaggio competitivo", così si è espresso all'inizio della sua esperienza bianconera.

Poi succede, come spiega Tuttosport, che anche l'algoritmo possa essere interpretato. La Juve sembrava intenzionata a muoversi sul mercato arabo per riportare in Italia qualche elemento tra gli ex della Serie A che avevano deciso di svernare in Saudi League. Nella fattispecie Brozovic e Kessie, elementi che avrebbero potuto dare un contributo importante in un settore, il centrocampo, che ha oggettivamente bisogno di qualche rinforzo. Invece, grazie alla tecnologia, si è scoperto che l'intensità del campionato arabo è incomparabile con quella della Serie A e che quindi, chiunque dovesse fare il percorso inverso tornando in Italia, non avrebbe le qualità necessarie per poter competere ai più alti livelli. O forse è solo perché gli stipendi, da quelle parti, sono incompatibili con i nostri. Ma è meglio dare la responsabilità all'algoritmo...