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Chivu: "Niente slogan per la mia Inter, lavoriamo per essere competitivi. Ecco come giocheremo"

Dopo due giorni di test atletici in casa nerazzurra si comincia a fare sul serio. Il tecnico presenta la stagione. Sul ritorno di Calhanoglu e sullo sfogo di Lautaro...

28 Lug 2025 - 16:20

Due giorni di test fisici e ora per l'Inter primo allenamento ad Appiano Gentile, dove nel pomeriggio è arrivato il neo ct azzurro Rino Gattuso con il suo vice Luigi Riccio e Gigi Buffon. Doppia seduta, chiusa al pubblico, per cominciare e notte in ritiro per i giocatori nerazzurri. Tutti a disposizione di Chivu tranne Taremi, in permesso, Frattesi, alle prese con il recupero dopo l'intervento di ernia inguinale a cui si è sottoposto il 10 luglio, e Vanheusden, reduce da una stagione con il Mechelen e che effettuerà una prova con gli spagnoli del Marbella. La prima uscita in amichevole è prevista per domenica 3 luglio, quando è in programma la partitella in famiglia con l'Under 23 allenata da Stefano Vecchi.  In conferenza stampa Chivu ha presentato la nuova stagione.

Con quale spirito si riparte?
Con lo spirito giusto per essere competitiva. Le aspettative sono sempre le stesse per questa squadra da quando è nata per poi arrivare a raggiungere gli obiettivi.

Questione Calhanoglu risolta. Quanto può agevolare il suo lavoro avere un gruppo così importante?
Una squadra vincente che arriva a giocare due finali di Champions, una di Europa League, e lotta per vincere titoli è la testimonianza che il gruppo è solido.

Come giocherà l'Inter di Chivu?
La nostra intenzione è di essere aggressivi, verticali mantenendo un certo equilibrio e raggiungere risultati leggendo i momenti di una partita e della stagione. Vogliamo essere più ibridi, adattandoci ai vari momenti delle partite.

L'Inter ha la priorità di vincere il campionato?
Non dobbiamo prenderci rivincite ma costruire per il futuro. Abbiamo l'obbligo di mantenere questa squadra ai vertici. Faremo del nostro meglio e daremo sempre il massimo per raggiungere gli obiettivi. Ma questo gruppo e questa società sono uniti e vogliono restare in alto in Italia e nel mondo.

Cosa pretenderà dai suoi giocatori?
Rispetto per i compagni e per la società in cui si gioca. Parte tutto da quello, dall’integrità e dalla voglia di superare tutto, dalla voglia di superare i momenti di fatica e non semplici da gestire. Questo gruppo ha dimostrato che sa farlo, che sa superare le atrocità perché solo così si può andare avanti e lottare per qualcosa di importante. Quello che è accaduto anche a noi all’epoca è stata una stagione di alti e bassi che bisogna saper sempre gestire.

Conte ha lanciato lo slogan del Napoli. Qual è lo slogan dell'Inter?
Non vogliamo copiare nessuno, non abbiamo l’obbligo di copiare. Noi vogliamo soltanto lavorare per essere competitivi.

Che cosa hai detto ai giocatori a Charlotte?
È stata una discussione su cose successe e non dette, sono cose che fanno parte di uno spogliatoio, di un gruppo che ha tanta voglia di vincere. Il gruppo ha bisogno ogni tanto di un po' di chiarezza.

Si supereranno le scorie della finale di Champions?
Siamo un gruppo maturo, con una certa esperienza, che sa gestire determinati momenti. Sappiamo accettare anche le critiche e gestire situazioni non comode a livello mentale. Le aspettative su questa squadra erano altissime a maggio, purtroppo le cose non sono andate come tutti si aspettavano. A livello mentale qualcosa subisci, c’è tanta amarezza e c’è stata tanta voglia di ottenere qualcosa di importante. Il bello del calcio è che arriva la partita o la stagione successiva e si riparte sempre da zero, anche se bisogna accettare e le cose che si dicono devono essere fonte di motivazione per il futuro.

Leoni e Pio Esposito?
Sono tanta roba. Saranno il futuro del calcio italiano, per molti anni rappresenteranno la nazionale italiana.

Cosa le sta piacendo di più finora?
La responsabilità che mi è stata data. Le ho sempre prese, le ho sempre accettate per arrivare anche ai miei obiettivi personali. È una bella sfida tornare nella società che mi ha dato tanto. Non si tratta solo di questo, ma anche di un club che è ai vertici. Io farò del mio meglio per essere all’altezza, per dare qualcosa o per far tornare qualcosa alla società che mi ha dato molto in questi ultimi 18 anni con qualche pausa. Queste sono le mie ambizioni: l’Inter è sempre nel mio cuore e voglio dare anche io qualcosa di importante.

Quanto dovremo aspettare l'Inter di Chivu?
La differenza la fanno i giocatori, questa è la cosa più importante, l'allenatore dà l'identità. Non ho mai visto un allenatore bravo andare avanti senza giocatori forti.

Calhanoglu può giocare anche in un ruolo diverso?
Il centrocampo è numeroso, abbiamo tanti giocatori, molto bravi e forti. Se saranno due o tre? In alcune partite due, in altre tre. I nomi verranno scelti in base all'avversario, alla prestazione durante la settimana. Sono contento che Calhanoglu sia tornato sano, che ha voglia di rifarsi, negli Usa era dispiaciuto di non poter aiutare la squadra. Ha lavorato sodo, tanto in queste tre settimane e l'ho visto anche oggi molto bene.

I centrocampisti che ha a disposizione possono reggere le tre punte?
Mai detto di giocare così. Nel calcio di oggi occupare il campo è in base a quello che l'avversario ti concede, sono sempre cose che si devono interpretare. Devi accettare i duelli, chi vince i duelli vinci le partite, ci concentriamo sui principi, per questo vogliamo avere una identità.

Come può fare la differenza?
Inciderò col buon senso, con l'incazzatura, col sorriso, con l'essere preparato meglio con i giocatori, vorrò capirli. A volte si dimentica di avere a che fare con degli uomini che hanno qualcosa nella testa, dobbiamo capire come sistemare. Credo molto nella comunicazione, quello che una persona può dare in un'altra. Mi piace questo modo di vivere. Non a caso ho fatto sei anni di settore giovanile, ho voluto abituarmi a essere empatico. Poi ho lavorato con ragazzi più maturi e ora ho a che fare con ragazzi con grandi campioni.

Per la prima volta da anni l'Inter non parte favorita...
Io so solo una via, lavorare e dare il massimo. Capire la cultura del lavoro e poi raccogli quello che semini. Non è giusto parlare di favoriti. Quelle che puntano allo scudetto sono sempre le stesse a parole, poi contano i fatti. Per arrivare al dunque, bisogna pedalare tanto. 

Ha ricevuto messaggi particolari?
È passato un po' di tempo, i messaggi sono sempre gli stessi, vado a rivederli e a volte dimentico le cose visto che sono stato operato alla testa... Mi ha fatto piacere riceverli dai miei ex compagni, mi stanno vicino, sono felici per me, come io lo sono per quello che anche loro stanno facendo nella vita dopo il calcio. Ci sosteniamo a vicenda, abbiamo un bel rapporto. Mi ha fatto piacere rivedere Maicon in America, come Pupi, Materazzi e tutti i ragazzi che conoscono bene questo posto meraviglioso.

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