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Inter, Marotta: "Pavard? Siamo messi bene. Sanchez al posto di Correa? Ci può stare"

L'amministratore delegato nerazzurro: "Lukaku? Grande delusione umana"

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Inter, Marotta: "Pavard? Siamo messi bene. Sanchez al posto di Correa? Ci può stare" - foto 1
© ansa

Dopo l'esordio vincente contro il Monza, l'Inter è ora alle prese con le ultime mosse di mercato. L'obiettivo dichiarato, il primo almeno da centrare in questi ultimi giorni di trasferimenti, è il difensore del Bayern Benjamin Pavard"Siamo messi bene. Abbiamo puntato molto alto in questa esigenza, siamo molto ambiziosi. Non è un'illusione. Spesso ci dicono che vogliamo illudere la gente, non è affatto così. Noi puntiamo obiettivi alti. Vogliamo gente forte. Vogliamo un mix tra giovani e meno giovani. Con i soli giovani non vinci nulla, ci vuole equilibrio".

Spazio anche, ovviamente, alla questione Lukaku, a quanto successo in questa turbolenta estate: "E' stata una delusione umana, molto profonda. Non so cosa farà ora, non mi interessa. Sicuramente in un mondo in cui quello che oggi è sì e domani diventa no ci sono obiettivi che tu immaginavi di raggiungere e poi non raggiungi. E intanto perdi altri giocatori (riferimento a Dzeko ndr). Lukaku ha lasciato tanta delusione, mi limito a ripetere questo. Dove andrà? Adesso cominciano a chiudersi le strade. In Italia? Io penso di no, ormai mancano 10 giorni (chiaro riferimento alla Juve, ndr). Ma in realtà non so cosa accadrà". Chiaro anche sulla possibilità che Correa possa trovare un'altra sistemazione, aprendo le porte al ritorno di Sanchez: "Sì, ci può stare".

Intervista a Radio Serie A a carte scoperte per l'amministratore delegato dell'Inter, che non si è nascosto dietro giri di parole:" Correa vuole spazio, questo è certo e non siamo indifferenti alle sue richieste ed esigenze" ha proseguito. "Cercheremo di accontentarlo se vuole andare via. E fa piacere che Sanchez voglia tornare. Sanchez è veramente un campione, ha grande passione per il suo lavoro. E' andato via a malincuore e ora ha lanciato segnali di ritorno, questo è vero". 

Tanti, tantissimi i temi toccati oltre a Pavard, Lukaku, Correa e Sanchez. Questa è stata anche l'estate delle cessioni pesanti e dell'irruzione degli arabi nel mercato: "Partiamo da Onana. La sua cessione allo United è stata un'operazione assolutamente positiva, economicamente non potevamo concorrere. Poi serve trovare delle alternative. I ds devono avere un'attività di scouting sempre più pronunciata per individuare i sostituti. Ausilio è bravissimo in tutto questo. Per quanto riguarda l'Arabia devo dire che non eravamo preparati. Dal punto di vista dello spettacolo la qualità è scesa, hanno preso 22 giocatori di fascia importante. Questo non è il fenomeno cinese. Hanno portato 700 milioni nelle casse europee ma a fronte della povertà e qualità di calcio. Anche a noi sono arrivate e continuano ad arrivare proposte. Non escludo arrivino richieste per altri giocatori ma adesso con il mercato verso la fine è impossibile trasferire chi ha un certo peso specifico nella squadra".

Chiacchierata in cui trovano spazio anche Arnautovic, Sensi, Cuadrado e, non poteva mancare, l tema del rinnovo di Simone Inzaghi. Prima di tutto il capitolo attaccante: "Avevamo altri obiettivi - ha ammesso Marotta - ma semplicemente per un fatto anagrafico, poi abbiamo colto l'opportunità. Spiace averlo tolto al Bologna perché lo abbiamo messo in difficoltà. Sensi è abituato a farci vedere dei bei precampionati: se si allena con continuità può darci un valido apporto. Cuadrado ha portato cultura della vittoria. I giocatori più avanti con l'età hanno la responsabilità di portare quello".

Massima riconoscenza, infine, per Inzaghi. E massimo apprezzamento per il suo lavoro: il merito della scorsa stagione, con l'arrivo in finale di Champions, è in gran parte suo. Un traguardo che ha alzato il livello di esperienza e consapevolezza di tutto il gruppo: "L'esperienza nasce dal vivere certe emozioni. Aver perso, paradossalmente, ti dà la rabbia per dimostrare di essere ancora più competititvi. Questo gruppo non aveva mai vissuto questa esperienza. Fino a pochi anni fa i nostri giocatori non avevano mai vinto e quasi mai giocato in Champions. Rinnovo per il mister? Quando c'è consenso nelle strategie è automatico".

 

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