IL FUTURO DELLO SPAGNOLO

Guardiola e l'avvenire da CT: "Vorrei allenare una Nazionale, ma non so chi mi possa prendere"

Il tecnico del Manchester City ha svelato la voglia di vivere una nuova esperienza dopo i trionfi con i club 

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Il mercato degli allenatori appare quest'anno veramente intricato. I cambi già preventivati dalle principali big del calcio europeo stanno causando un effetto domino difficile da prevedere. Come se non bastasse, ad animare ulteriormente la situazione ci ha pensato Pep Guardiola che ha rivelato la volontà di allenare un giorno una nazionale: "Non so chi mi prende… Ma vorrei allenare una nazionale. Non so quando, tra 5, 10 o 15 anni, ma mi piacerebbe giocare un Mondiale da allenatore. Mi piacerebbe fare l’esperienza di vivere un Mondiale, un Europeo, una Copa America". 

Vedi anche Manchester City, Guardiola: "Haaland? Nemmeno Messi e Ronaldo avevano questi numeri alla sua età" Champions League Manchester City, Guardiola: "Haaland? Nemmeno Messi e Ronaldo avevano questi numeri alla sua età" Dopotutto il tecnico spagnolo ha vinto tutto nella sua carriera da allenatore e per questo servono nuovi stimoli, anche per frenare le numerose critiche che lo hanno coinvolto nelle ultime settimane in merito all'atteggiamento del Manchester City: "“Quando ci arrivi e sei lì, tutti vogliono buttarti già dalla vetta. Toglierti i meriti. Ce l’hai fatta. Ma una volta sono soldi, un’altra volta è Lionel Messi, un’altra volta è che il Bayern vince sempre… Sono seduti lì a guardarti, ma chi lavora e può farlo sei tu, non loro - ha raccontato Guardiola in un'intervista a ESPN -. Se faccio male torno a casa. Con i miei giocatori, la mia squadra e la mia società. Quando sono arrivato al Barcellona l’86% non mi voleva. Ma meglio arrivare così che ‘ah, tutto perfetto’. Convinci l’uno, l’altro. Preferisco che la gente abbia dubbi. Ho bisogno che tu non ci creda, mi dà un’energia incredibile. Così te lo dimostro. Non è una caratteristica esclusiva di Haaland o Guardiola. È così. Aspettano che non faccia 56 gol. Aspettano che fallisca. È così. È sempre stato così. Con Pelé, Romário, Ronaldo, Rivaldo, Neymar. Con tutti. Sempre così e sempre sarà. Se vuoi combatterlo sei perduto. Invece devi pensare: ‘Quando l’arbitro fischia, io gioco, tu no. Adesso ti dimostro che hai torto, che ho ragione io’. La forza che hanno i miei atleti, oggi e sempre, è lo sport”. 

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