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L'INTERVISTA

De Zerbi: "Marsiglia speciale come... Foggia. Lo scudetto? Tifo per Gasp"

Il tecnico dell'Om si racconta al Corriere della Sera

09 Ott 2025 - 08:38
 © Getty Images

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C'è un po' di Foggia e un po' di Milan, tutto mescolato dentro un pentolone in cui il profumo di Marsiglia prevale. "Non so se io sono l'allenatore ideale per loro, ma Marsiglia è il posto ideale per me". Le parole, rilasciate in una lunga intervista a Paolo Tomaselli del Corriere della Sera, sono di Roberto De Zerbi. Un'intervista intensa in cui il tecnico dell'Om parla di tutto, dalle difficoltà economiche incontrate dalla sua famiglia fino alla firma del primo contratto vero con il Milan per passare poi agli anni trascorsi lontani dalla famiglia in Romania e, oggi, in Francia. Sempre con i suoi metodi, che non sono solamente strettamente tattici perché, dice, "se ti vedi tutti i giorni non puoi parlare solo di 4-4-2". 

Già, e allora De Zerbi a Marsiglia è diventato un po' tutto. Allenatore e amico, confidente e psicologo quando, ad esempio, bisognava togliersi di dosso la paura di giocare al Velodrome, con il ritiro e le corse alle cinque di mattina: "Probabilmente - dice - è stata la cosa più bella che ho fatto, quella più vicina a me come persona: ho ascoltato e compreso il malessere dei ragazzi, che in casa non riuscivano a rendere. Ho fatto qualcosa di forte, per farli conoscere tra di loro. E poi ho fatto tre riunioni: in una tiravamo fuori i sentimenti negativi che avevamo al Velodrome; il giorno dopo ogni giocatore ha raccontato i valori in cui si identifica, li abbiamo scritti e appesi; poi abbiamo mostrato un video sui tifosi al Velodrome, per far loro capire chi avevano davanti". 

Ma Foggia e Milan dicevamo. Marsiglia è speciale "come Foggia 10 anni fa: il modo di vivere il calcio è uguale ed è quello che si addice a me. Marsiglia è il posto ideale per me per il valore che dà al calcio: tutte le contraddizioni sociali vengono dimenticate per 90 minuti, lo percepisci". Poi il Milan: "Il settore giovanile del Milan era una scuola. Maldini, Baresi, Tassotti e tutti quei grandi giocatori mi hanno insegnato l'etica del calcio, il valore dell'allenamento, il fatto di allenarti più forte dopo una vittoria, il rispetto dentro a un gruppo, a partire dagli orari. Io mi sento un figlio di Milanello, del Milan, quello vero". 

E ancora, il pillole: "Come dice Baggio, nel gioco è meglio affogare in un Oceano che in una pozzanghera". Klopp? "Ha ragione, allenare è un lavoro pesante: bisogna capire per quanto lo farò ancora". Gasperini: "Un po' tifo per lui perché gli avevano dato l'etichetta che non poteva allenare una big". La rissa Rowe-Rabiot: "Mai vista una cosa del genere prima, ma la società ha scelto di fare a meno di Rabiot". Chi vince il campionato? "Il Napoli è più che vivo, l'Inter è forse ancora la più forte, il Milan sta giocando bene. E' bello vedere tanta competitività".