EFFETTO CORONAVIRUS

Addio spese folli: il mercato torna al "baratto". Ma Messi inaugura la grana rinnovi

Ingegnarsi sarà la parola d'ordine. Anche il Barcellona si adegua: "Lavoriamo per rafforzarci, ma..."

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Se anche il Barcellona, una delle potenze economiche mondiali del pallone si adegua, allora la questione di fa serissima. Il prossimo calciomercato, indeterminato (si è parlato di una finestra di sei mesi circa) o meno, sarà il festival dell'ingegno calcistico. Soldi, pochissimi, e scambi come all'epoca del baratto. Mi dai questo e ti do questi due più un obolo simbolico, qualcosa di simile. E' l'effetto coronavirus su conti che non tornano affatto e che si faranno ancora più complicati quando scoppierà - presto - anche la grana diritti tv. Insomma, hai voglia a tagliare gli stipendi dei giocatori, tra l'altro "impresa" fin qui riservata a pochi: per non far crollare il palazzo bisognerà lavorare di cervello. Con grande inventiva, tra l'altro.

E allora, visto che di Barcellona si parlava, si capiscono benissimo le dichiarazioni rilasciate dal presidente blaugrana Bartomeu al Mundo Deportivo: "Lautaro Martinez e Neymar? Restiamo ambiziosi". Con piccola deviazione rispetto alla norma: "Cambia la politica per la campagna acquisti? No, Abidal e Planes continuano a lavorare per preparare la squadra, anche se in questa estate sono previste operazioni di scambio, non ci saranno tanti soldi contanti ma più scambi di giocatori. Ambiziosi sul mercato? Sì,dobbiamo allestire una buona squadra. Sognare di prendere Lautaro e Neymar anche con scambi? Non posso parlare di nomi. Il Barça sarà sul mercato per fare operazioni che ritiene convenienti. Ovviamente avremo possibilità. Torno a dirlo, siamo il club con più entrate al mondo".

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Il che, manco a dirlo, non faciliterà il traffico di giocatori. Anche se tutti sono sulla stessa barca (alla deriva) e la necessità di non farla affondare è comune. Quindi scambi, per quanto possibile, e quindi di qui forse la necessità di allargare la forbice del calciomercato. Per capirci: una cosa è presentarsi con i soldi in bocca e portarsi a casa i giocatori, altro è trovare la quadra alla voce baratto. Questo più questo fa questo? Già, ci sarà da lottare. 

Alternative? Zero o quasi, a meno che non salti definitivamente il Fair Play Finanziario e qualche "riccone" non decida di investire il proprio per costruirsi una squadra da sogno sfruttando il momento. In un mondo che, dicono tutti, non sarà più lo stesso, anche questa ipotesi va presa in considerazione. 

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Poi c'è il resto della torta. Perché passi per gli scambi, ma poi i giocatori vanno pagati. E qui Bartomeu e il Barcellona qualche problema in più potrebbero averlo. Leo Messi, che già da qualche mese dà segnali di discreta insofferenza, sarà a brevissimo alle prese con il rinnovo del suo contratto. L'ultimo da re? Possibile. Difficile, quindi, che la trattativa con il Barcellona sia decisamente al ribasso come consiglierebbero i tempi. Anche se il club catalano si professa ottimista: "Ambiziosi anche per il suo rinnovo? Certo, il Barça è il club più grande del mondo. Che si siano ridotti gli introiti, come a tutti, non ci impedisce di essere la società con più entrate al mondo. Quando arriverà il 30 giugno saremo ancora il club con più entrate, con qualcosa meno perché tutti avranno qualcosa meno. Non sono preoccupato, Messi l'ha già detto molte volte. Vuole chiudere la sua carriera al Barcellona, per questo non ci preoccupa. Però certamente dovremo sederci con lui per arrivare a un accordo. Prima del 30 giugno? Non lo so. Non sappiamo quando finirà lo stato d'allarme". Già, né quando né, soprattutto, come.

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