Nell’ambito della ricca offerta a tema sportivo di quest’anno, Davide Mazzanti, commissario
tecnico della nazionale italiana volley, e Serena Ortolani, pallavolista e capitana della Saugella
Team Monza, sono stati sfidati sul tema della condivisione nello sport: “Lo sport vissuto insieme” è stato il
titolo dell’incontro che li ha visti protagonisti oggi allo Sport Village del Meeting, l’area curata da Master
Group Sport, incalzati da Consuelo Mangifesta, pluricampionessa di volley, responsabile comunicazione
della lega volley femminile e opinionista Rai.
E lo sport vissuto insieme è anche la possibilità di cui parlano questi due grandi campioni del volley attraverso
il racconto del loro rapporto dentro e fuori dal rettangolo di gioco. Oltre ad aver vinto insieme (l’uno
era allenatore, l’altra giocatrice), Mazzanti e Ortolani fanno coppia anche nella vita: sposati, sono genitori di
Gaia, 6 anni. In un divertente scambio di battute, si sono raccontati a un pubblico di giovani e giovanissimi
tratteggiando le tappe di un amore che ha sfidato i tabù, contribuendo a spianare la strada al più disteso
clima attuale in fatto di coppie nello sport. Dopo le prime indecisioni, dovute ai rischi per la carriera di Mazzanti,
i due hanno deciso di esporsi e di portare avanti un progetto di vita inedito: se impegnarsi in squadre
diverse sarebbe stato più semplice, decidere di lavorare da allenatore e giocatrice di uno stesso gruppo è
ciò che ha permesso loro di non dividere la famiglia e garantire alla figlia Gaia la loro necessaria presenza.
«Nostra figlia ci ha tolto il senso di colpa» ha detto Mazzanti, rimarcando che la nascita della figlia è stata
un alleato prezioso nella loro sfida: «Da giocatrice – ha affermato la Ortolani - posso dire che, dopo aver
messo su famiglia, ho scoperto il vero senso della vita. Prima c’erano soltanto la pallavolo e lo sport, poi ti
rendi conto veramente del perché sei al mondo e riesci a dare un senso a quello che fai. La famiglia così ti
dà uno spirito in più, la gioia, la gioia di vivere».
Sull’importanza di una considerazione a 360 gradi dell’atleta e della persona, anche nell’ambito agonistico,
e sulla mancanza di tutele che spesso impedisce alle giocatrici di vivere una gravidanza se non a fine carriera,
Mazzanti si è espresso in linea con la propria esperienza di padre, marito e allenatore: «Questa mancanza
di tutela a volte è un freno anche per le giocatrici a vivere i propri sogni, i propri desideri. Con Serena ci
siamo presi un rischio, ma credo che questa sia una cosa da gestire come una gioia immensa da tutelare».
Insomma, agonismo e famiglia possono giocare la propria partita da alleati.
«Ma come si fa in pratica ad allenare la moglie?» ha incalzato la Mangifesta, facendo eco a una curiosità
che è stata spesso rivolta alla coppia. La risposta di Mazzanti passa per un esempio concretissimo del mondiale
dello scorso anno, «Sia Serena sia Gaia hanno una incredibile capacità di capire quello che penso. È
capitato due volte al mondiale: durante un time out mi sono sentito tirare la maglia, ed era Serena che mi
diceva di dare energia al gruppo! Io forse ero arrabbiato e lei lo ha sentito subito, ha sentito da una parte la
squadra e da una parte me, è stata il mio termostato, mi ha regolato sulla temperatura della squadra, su
quello di cui la squadra aveva bisogno, averla lì è stata una ricchezza ».