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Dopo 17 anni, Felipe Massa porta in tribunale il caso "Crashgate" di Singapore 2008: chiesto un risarcimento da 70 milioni
di Stefano FioreFelipe Massa è riuscito a portare in tribunale a Londra il caso relativo al Mondiale di Formula 1 del 2008. In settimana si sono tenute le udienze preliminari per stabilire se il caso, apertosi dopo 17 anni, possa procedere con il processo vero e proprio.
La battaglia legale riguarda il celebre episodio noto come "Crashgate" avvenuto al Gran Premio di Singapore 2008. In quell'occasione Nelson Piquet Jr., si schiantò intenzionalmente (come confessato da lui stesso alla Fia nel 2009 "su suggerimento della Renault" disse) per innescare la Safety Car. In quel modo Fernando Alonso, compagno del brasiliano, entrò per primo ai box approfittando della Safety per poi rimontare e vincere quel GP. Flavio Briatore e Pat Symonds, ai tempi a capo della Renault, furono prima squalificati e poi assolti.
La Safety Car e il conseguente caos costarono a Massa, all'epoca in lotta per il titolo, un pit stop disastroso (ripartì con il bocchettone del rifornimento attaccato) che pose fine alla sua gara, privandolo di punti cruciali. Il brasiliano perse il titolo piloti a favore di Lewis Hamilton (ai tempi alla McLaren) per un solo punto in classifica generale.
L'evento che ha spinto Massa - che non chiede il titolo piloti - all'azione legale (iniziata nell'agosto 2023) è stata l'intervista rilasciata nel 2023 dall'ex capo della Formula 1, Bernie Ecclestone, che a un sito tedesco ammise di aver preso atto del "Crashgate" già nel 2008, decidendo però di non intervenire. In questi giorni, però, Ecclestone in Aula ha detto di non ricordarsi di aver rilasciato quell'intervista.
Massa non ha esplicitamente chiesto l'annullamento del risultato, ma chiede un risarcimento di oltre 80 milioni di dollari (circa 70 milioni di euro) e una dichiarazione ufficiale che la FIA agì in violazione dei propri regolamenti non indagando tempestivamente.
In risposta all'azione legale di Massa, la Federazione Internazionale dell'Automobile (FIA), all'epoca presieduta da Max Mosley, ha replicato con durezza. La Federazione ha sottolineato che: "Il plurimilionario cittadino e residente brasiliano ha presentato una richiesta di risarcimento in questa giurisdizione dell'Inghilterra e del Galles basata su una presunta violazione del regolamento sovranazionale della FIA, un'organizzazione sportiva internazionale privata con sede in Francia, in relazione agli eventi verificatisi durante e intorno al Gran Premio di Formula Uno di Singapore oltre 17 anni fa, il 28 settembre 2008".
La nota della FIA non si è fermata qui, ribadendo che la richiesta di risarcimento di Massa "trascura palesemente una serie di errori commessi da lui stesso o dal suo team, la Ferrari, durante il GP di Singapore e in altri Gran Premi, che hanno contribuito al suo secondo posto nella classifica generale del campionato piloti di quella stagione".