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FORMULA 1

Uralkali pretende il rimborso dei milioni versati, Haas controbatte con una richiesta danni

Tensione crescente tra il team americano ed il colosso russo sulla burrascosa conclusione del rapporto di sponsorizzazione.

di Stefano Gatti
14 Apr 2022 - 16:00
 © Getty Images

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La rottura dell'accordo con Uralkali da parte del Team Haas in seguito all'invasione dell'Ucraina da parte della Russia è una vicenda tutt'altro che conclusa. Uralkali pretende la restituzione di una cifra superiore ai dodici milioni di dollari, richiesta che - come appreso da motorsport.com - la squadra che schiera Schumacher e Magnussen respinge al mittente, oltretutto chiedendo i danni, sotto forma di un risarcimento di otto milioni per mancati profitti.

Secondo Haas, gli stretti legami di Uralkali ed in particolare del suo proprietario Dmitry Mazepin con Vladimir Putin ed il governo russo sono una motivazione sufficiente a giustificare la rottura unilaterale degli accordi per aver contravvenuto alla clausola di discredito: in pratica un danno all'immagine ed alla reputazione della squadra che - oltre a cancellare dalle proprie VF-22 le insegne di Uralkali ed i colori della bandiera russa - ha sostituito Nikita Mazepin con il "cavallino di ritorno" Kevin Magnussen, peraltro autore di un inizio di campionato piuttosto brillante che - precedenti 2021 alla mano - difficilmente sarebbe riuscito al discusso pilota moscovita. 

Il team americano passa poi al contrattacco, chiedendo un cospicuo rimborso per i mancati profitti che la prosecuzione del rapporto avrebbe generato. Secondo i legali di Uralkali però la rottura dell'accordo da parte del Team Haas (tuttora priva di uno sponsor primario) sarebbe avvenuta prima dell'entrata in vigore delle sanzioni comminate dalla Comunità Europea alla Russia, in seguito all'invasione dell'Ucraina, iniziata il 24 febbraio scorso.

© Getty Images

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