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Il messicano beffa le Rosse allo scadere delle qualifiche del secondo appuntamento iridato, a lungo interrotte per l'incidente del tedesco.
di Stefano Gatti© Getty Images
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Per venticinque millesimi di secondo Sergio Perez batte Charles Leclerc e mette a segno a Jeddah la prima pole position della sua carriera. Il monegasco scatterà quindi dall'esterno della prima fila. Ferrari e Red Bull anche in seconda fila: terzo tempo per Carlos Sainz (+0.202), quarto per un Max Verstappen meno brillante del solito (+0.261). Dalla terza fila prenderanno il via Esteban Ocon e George Russell con l'unica Mecedes approdata alla fase decisiva. Lewis Hamilton si è fermato al termine del Q1: sedicesimo tempo con una W13 assolutamente non competitiva, ma il sette volte iridato guadagna due posizioni in griglia per il forfait di Mick Schumacher a causa del suo incidente a cinque minuti dalla fine del Q2 e per la penalizzazione di Ricciardo, reo di aver ostacolato Ocon.
La Red Bull che non ti aspetti in pole position al termine di una qualifica iniziata con lo shock dell'esclusione di Hamilton nella prima fase, la paura per l'incidente di Mick Shumacher nel Q2 ed una caccia alla pole stessa che sembrava destinata a sfociare in una prima fila tutta rossa in vista del secondo GP stagionale. Invece no! A scompaginare i piani ferraristi è riuscito Perez. Il messicano non è esattamente sbucato fuori dal nulla, essendosi costantemente migliorato con il trascorrere dei tre turni di prove libere ma... l'effetto sorpresa resta. Per i ferraristi di sicuro, ma anche per lo stesso Checo (trentadue anni compiuti esattamente due mesi fa) che si inventa letteralmente la pole e che è proprio in giornate così che si guadagna per così dire... la pagnotta ed una bella fetta di riconferma, di fatto rimediando con il suo primo exploit in qualifica al finale un po' appannato di Verstappen e permettendo così al suo capitano di guardare con un po' più di ottimismo (più che altro di opzioni) alla strategia di gara domenicale. A patto di partire - Sergio - con la fionda, bloccando sul nascere i piani di una fuga in avanti di uno oppure entrambi i ferraristi. Magari nello "stile" (si fa per dire) dell'importante contributo offerto dal messicano a Verstappen, "stoppando" Hamilton lo scorso mese di dicembre nella resa dei conti di Abu Dhabi.
Per la statistica la prima pole di Perez è arrivata (ed è un... record) al 215esimo GP di una carriera iniziata quasi esattamente undici anni fa, al GP d'Australia del 27 marzo 2011 con la Sauber, allora motorizzata Ferrari: Sergio è stato all'epoca uno dei primi prodotti del vivaio della Ferrari Driver Academy. Senza dimenticare che Sergio detiene un altro record di quelli non esattamente negativi ma da non sbandierare con troppo orgoglio: Perez ha infatti messo a segno la prima (e finora ultima vittoria) al GP di Sakhir del 2020 - sulla outer track di Sakhir - al volante della Racing Point (spinta dalla PU Mercedes...!) in occasione della sua 191esima partecipazione ad una prova iridata. Anche in questo caso... un primato "diversamente" significativo!
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La Ferrari conserva comunque ottime chances di fare il bis del successo del GP del Bahrein, magari anche della doppietta dello scorso 20 marzo. Sempre un passo dietro a Leclerc nelle prove libere, Sainz è alle spalle del monegasco anche sulla griglia ma ha dato l'impressione di essersi avvicinato al rendimento-top di Charles e la gara potrebbe raccontare una storia diversa da quella di Sakhir. Le legittime aspettative individuali dei due ferraristi dovranno però tenere in debito conto (oltre a Perez) anche la minaccia-Verstappen. Al netto dell'incognita affidabilità della RB18, la caccia ai tre gradini del podio sembra fortemente circoscritta al quartetto di piloti di Ferrari e Red Bull.
A caccia di punti pesanti - soprattutto in caso di gara dallo svolgimento anomalo - vanno le Alpine (quinto tempo per Ocon ad 868 millesimi dalla vetta, settimo per Alonso) e George Russell che ha messo in pista una qualifica più che dignitosa (sesto tempo a 904 millesimi), pensando alla débacle di Hamilton. Si confermano sui livelli di Sakhir anche Alfa Romeo ed Haas. Valtteri Bottas porta la monoposto italo-elvetica in quarta fila (ottavo tempo a 983 millesimi), Kevin Magnussen piazzerà domenica la VF-22 superstite (dopo l'incidente di Schumacher) sulla decima casella dello schieramento: quinta fila, a fianco di Pierre Gasly al volante di un'Alpha Tauri dal rendimento altalenante ed in un certo senso sconcertante, ma soprattutto poco affidabile, visto che Yuki Tsunoda ha vissuto due giorni da incubo e dovrà suo malgrado accomodarsi in ultima fila...
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Quanto ad Hamilton, il Re Nero non è andato oltre il sedicesimo tempo, ed è la prima volta da quattro anni e mezzo che Lewis non supera la prima fase delle qualifiche: era accaduto (a causa di un'uscita di pista) sabato 11 novembre 2017 all'inizio delle prove ufficiali del GP del Brasile a San Paolo. Hamilton guadagna però due posizioni in griglia.La prima "grazie" al forfait di Mick Schumacher (autore del quattordicesimo tempo prima dell'incidente) che non ha ricevuto l'ok dei medici per tornare in pista. La seconda per la penalizzazione (tre posti in più in griglia) nella quale è incorso Daniel Ricciardo per avere ostacolato Ocon (impeding).
L'australiano sarà quindi al via dalla quindicesima casella. In pista aveva siglato invece il dodicesimo tempo, subito alle spalle del compagno di squadra Lando Norris, per una performance di squadra che - comunque vada - rappresenta un piccolo passo avanti per la McLaren rispetto al Bahrein. Quello che a Jeddah - almeno in prova - non è riuscito all'Aston Martin ancora orfana di Sebastian Vettel, sulla Corniche di Jeddah nuovamente sostituito da Nico Hulkenberg. Il tedesco non è andato al di là del diciottesimo tempo, mentre Lance Stroll (entrato in extremis in Q2 estromettendone Hamilton!) ha fatto un po' meglio, guadagnandosi un posto in settima fila (tredicesimo dopo la penalizzazione di Ricciardo ed il forfait di Schumacher).
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Resta da dire di Guanyu Zhou (dodicesimo con l'Alfa Romeo, grazie al "solito" Ricciardo) e delle due "evanescenti" Williams di Alexander Albon e di Nicholas Latifi che (rispettivamente diciassettesimo e diciannovesimo) stringono d'assedio il già citato Hulkenberg. Il canadese tra l'altro se l'è per fortuna cavata senza un graffio nell'incidente che lo ha visto protagonista nella prima fase delle prove ufficiali e che ha preceduto di pochi minuti quello che costringerà Schumacher ad assistere al GP dal garage del suo team.
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