FORMULA 1

Mattia Binotto reagisce ai sospetti di Vettel: "spero riesca a qualificarsi più avanti a Imola"

La Ferrari lascia il Portogallo con il quarto posto di Leclerc e i sospetti di Vettel. Per il Team Principal della Rossa un 2020 sempre più difficile da gestire.

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Non c'è mai pace per la Ferrari in questo Mondiale dalle rare soddifazioni (come il quarto posto di Leclerc a Portimao) e dalle tante delusioni, disseminate lungo la stagione. Ad aggravare il carico di queste ultime in Portogallo i sospetti adombrati da Sebastian Vettel sulle differenze tra la sua SF1000 e quella del compagno di squadra. Calma e ferma la replica del Team Principal Mattia Binotto. 

Una militanza ferrarista lunga sei anni - quella di Sebastian Vettel - non priva di soddisfazioni reciproche ma - ora come ora - "penosa" anche solo da portare a termine. Soprattutto se le complicazioni di un Mondiale estremamente deludente escono dall'abitacolo ed iniziano a frequentare taccuini e microfoni. A Portimao il tedesco non si è sollevato dal suo standard di rendimento: prima in qualifica e poi, per diretta conseguenza, in gara. Rimanendo sempre distante dalla performance di Charles Leclerc. In modo tanto inspiegabile che lo stesso Seb alla fine ha appunto insinuato il dubbio sulle possibili differenze tra le due monoposto rosse. Un dubbio , anzi un sospetto che Mattia Binotto ha subito rispedito al mittente, invitando invece il quattro volte campione del mondo a mettere premesse migliori (la prestazione in qualifica, appunto) ai suo Gran Premi: a partire dall'imminente GP dell'Emilia Romagna che segna il ritorno della Formula Uno all'Autodromo "Enzo e Dino Ferrari" dopo quattordici anni.

Il punto è che nemmeno "fantomatiche" differenze tra la "16" di Leclerc e la "5" di Vettel giustificherebbero l'abisso che divide i due piloti nella classifica generale: 75 punti per il monegasco (quinto), 18 per il tedesco, tredicesimo. Ma il punto è anche che, in due fasi così diverse delle loro carriere (in ascesa quella di Leclerc, nella sua fase discendente quella di Vettel), i due piloti abbiano reagito in modi opposti alla mediocrità della stagione ferrarista. Cercando di massimizzare l'esperienza, Charles: ma solo dopo averla accettata con... fatica, la  scorsa estate. Gettando lo sguardo in avanti, Vettel. Alla sua prossima avventura con la Racing Point (anzi, Aston Martin), che potrebbe addirittura riscoprirlo e rilanciarlo... Oltre una Ferrari inevitabilmente più concentrata quest'anno sulle indicazioni del suo compagno di squadra, destinato ad essere nei prossimi anni il "braccio armato" delle proprie ambizioni di ritorno al vertice. Logico da questo punto di vista (di piu: inevitabile) che, dopo undici Gran Premi le due monoposto si siano differenziate a livello di prestazioni. Sfoghi come quello al quale si è lasciato andare Vettel non sono nuovi in Formula Uno: anche in forme molto più plateali, che non appartengono a Sebastian. Tantomeno al Team Principal di Maranello. Difficile che il tedesco possa andare oltre il proprio standard a Imola e poi nei quattro GP a seguire, a chiudere la stagione. L'inerzia del rapporto è questa: l'importante è ora chiuderlo  senza ulteriori danni; d'immagine a questo punto. Una complicazione in più nei compiti di Mattia Binotto. Mentre il Vettel ferrarista non ha più nulla da perdere. 

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