FORMULA 1

Mattia Binotto: "Migliorare non basta. Serve la perfezione in ogni area ed in gara: a Baku è mancata" 

La Scuderia di Maranello scavalca la rivale diretta McLaren nel Mondiale Costruttori ma il bilancio è quantomeno in chiaroscuro.

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"Una gara difficile, inferiore alle aspettative alla luce del risultato delle qualifiche. Per raggiungere i nostri obiettivi dobbiamo non soltanto migliorare la nostra vettura ma anche essere perfetti in ogni area ed in gara non lo siamo stati. All’attivo di questo weekend -oltre alla seconda pole position della stagione - rimane il terzo posto tra i Costruttori, ma il vantaggio è minimo ed inferiore a quello che avrebbe potuto essere. Dobbiamo però partire da questo dato come una motivazione per migliorare ancora, sotto ogni punto di vista."

Mattia Binotto tira le somme "rosse" del sesto appuntamento iridato che vede la Ferrari mettere la freccia nei confronti della McLaren (94 punti a 92) nella sfida per il ruolo di terza forza.  A Baku Charles Leclerc ha preceduto la MCL35M papaya di Lando Norris (quarto e quinto), mentre Carlos Sainz ha fatto lo stesso con Daniel Ricciardo (ottavo e nono). Situazione di sostanziale e delicato equilbrio che Binotto ed i suoi puntano a spezzare: a proprio favore, ovviamente. Le premesse ci sono tutte ma non bisogna trascurare il minimo dettaglio, ad iniziare dai maggiori margini di crescita dell'avversario (la McLaren è l'unico team ad aver cambiato power unit nel passaggio dal 2020 al 2021)  e senza dimenticare che - al netto dell'equilibrio attuale appunto - Ricciardo sta attraversando un complicato periodo di adattamento alla sua nuova squadra ed ha fin qui offerto un contributo limitato allo score attuale della McLaren: 26 punti contro i 66 di Norris. Al contrario, Leclerc e Sainz hanno portato rispettivamente 52 e 42 punti al totale ferrarista, dando quindi l'idea di essere entrambi (lo spagnolo soprattutto) vicini al top del loro rendimento in proporzione alla qualità della SF21. Dettagli? Mica tanto, in prospettiva. La parola al monegasco che, già con la pole del sabato in saccoccia, non si era lasciato prendere dall'euforia ed aveva - correttamente - individuato nella McLaren l'avversaria sulla quale fare la corsa, o meglio dalla quale difendersi, cercando di rosicchiare punti, come infatti avvenuto sotto la bandiera  scacchi

"Prima di arrivare a Baku il quarto posto era più o meno la posizione nella quale ci aspettavamo di poter concludere la corsa. Ci sono però state due sorprese in questo weekend: la prima è stata la mia pole position, la seconda il fatto che alcuni dei nostri concorrenti diretti in gara erano estremamente veloci. Pur partendo davanti a tutti, sapevamo che era molto probabile che le vetture dei due team al vertice della classifica ci passassero davanti e, purtroppo, è successo proprio così. Dopo il pit stop ho cercato di fare del mio meglio ma alla ripartenza dopo la safety car ho avuto un bloccaggio che mi ha complicato un bel po’ la vita, al punto che temevo che non sarei riuscito ad arrivare alla fine della corsa con quelle gomme. Poi c’è stata la bandiera rossa e a quel punto ho pensato che il podio fosse ancora possibile, ma non è andata così.  Dobbiamo continuare a lavorare e spero che così riusciremo a fare dei passi nella giusta direzione."

Il GP dell'Azerbaijan è invece andato di traverso a Sainz: tratto in inganno dall'errore di Tsunoda in qualifica (non ce lo saremmo aspettati) ed autore di un "dritto" ad inizio gara, lo spagnolo ha rimontato praticamente dal fondo fino all'ottavo posto ma è apparso un gradino (facciamo due) sotto Leclerc per l'intero weekend. 

"Decisamente non è stata la gara che speravo. Non ho avuto lo stesso feeling con la macchina che avevo avuto per tutto il weekend. Ogni volta che mi sono trovato con le gomme fredde - alla partenza, alla ripartenza e dopo il pit stop - ho faticato all’anteriore e con i freni e così ho avuto diversi bloccaggi. Questo mi ha portato a commettere un errore che mi è costato diversi punti e ha compromesso praticamente tutta la mia corsa. Alla fine sono riuscito a tornare in zona punti ma non sono certo felice del risultato finale. Dobbiamo analizzare perché abbiamo avuto questi problemi e cercare di migliorare nelle prossime gare. C’è un po’ di tempo per lavorare su questi aspetti e lo faremo tutti insieme a Maranello. Per questo sono sicuro che torneremo più forti fin dalla Francia."

In buona sostanza, i due "cavallini" formano una drivers' lineup tra le meglio addortite dell'intero schieramento di partenza. Più talentuoso il monegasco, più  solido lo spagnolo: quello che ci vuole, per puntare davvero in alto, almeno fintanto che non si è ancora nerla posizione di lottare per il titolo. A patto naturalmente che la combinazione sia un meccanismo ben oliato e scorrevole. E qui si torna all'inizio, alle parole di Binotto, all'mperativo della perfezione da raggiungere e poi mantenere. 

 

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