Il pasticcio Mercedes nel GP di Sakhir offre lo spunto per alcune riflessioni sul peso specifico dell'assente Hamilton nei successi (e nei rari passaggi a vuoto) delle Frecce Nere.
di Stefano Gatti
Invertendo l'ordine della... classifica, il risultato non cambia. Il blackout Mercedes di Sakhir non spegne l'evidenza: George Russell è la rivelazione del penultimo appuntamento del Mondiale ed all'orizzonte si profila il GP di Abu Dhabi. Dove il possibile impiego di della giovane promessa britannica da parte del team campione del mondo potrebbe dare ulteriori indicazioni sul suo valore e scatenare dinamiche "importanti" a medio termine.
Valtteri Bottas "trema", Lewis Hamilton qualche riflessione l'avrà sicuramente fatta. Il ciclone "George" si è abbattuto su Sakhir come la tempesta nel deserto e, al netto della doppietta sfumata, la Mercedes ha la conferma di avere allevato un sicuro protagonista dei Mondiali a venire, un cliente difficile per Max Verstappen e Charles Leclerc, predestinati probabilmente quanto lo è Russell stesso. Se avrà la chance di guidare ancora la W11 ad Abu Dhabi, il 22enne "protetto" di Stoccarda dovrà intanto già confermare le promesse del Bahrain: l'asticella l'ha fissata proprio lui piuttosto in alto. Pole position sfiorata, prima fila prenotata fin dal venerdì mattina, un GP condotto lungamente al comando, umiliando il compagno di squadra finlandese che, ancora una volta - Russell o altro, come vedremo più avanti - non ha saputo cogliere una delle poche occasioni lasciate per strada da Hamilton: le briciole insomma, nemmeno quelle.
Curioso che ad innescare il patatrac Mercedes sia stato l'incidente di Jack Aitken che, nel valzer degli abitacoli innescato dalla positività del Re Nero al Covid, era finito ad occupare il posto di Russell sulla Williams. Curioso anche che la relativa Safety Car abbiamo messo tutti in fila al giro 63 di 87: sessantatré, proprio il numero di gara di George! Qui però finiscono coincidenze e curiosità, per lasciare il posto alle responsabilità: quelle della Mercedes,. Nello specifico, Toto Wolff ha attribuito il caos pneumatici ad un problema di comunicazione radio, con conseguente convocazione in corsia box del team di uomini recanti il treno di gomme giusto (per Bottas), poi montato però sulla macchina sbagliata...
Al di là dell'episodio, alcune considerazioni si impongono e magari una doppia chiave di lettura dell'intero weekend: davvero la Mercedes può fare a meno del suo campione, nel senso di Hamilton? Certo, Russell ha già fatto intravvedere di che pasta sia fatto ma deve ancora dimostrarlo pienamente: Abu Dhabi, nel caso, sarebbe un nuovo banco-prova, come detto sopra. George è un duro. Tratti scolpiti e "taglienti". Sguardo di ghiaccio ed un carattere che - educazione e modi "gentili" globalmente diffusi dai team radio di Sakhir - celano ma neanche tanto una personalità forte e sicuramente vincente. Da qui a dire che la Mercedes può anche tirare sui milioni che Hamilton chiede per il rinnovo ("tanto con quella macchina si è capito che vince chiunque), ce ne passa... Passano in ogni caso ben più che gli ottantasette giri del GP di Sakhir.
Provate ad immaginare cosa sarebbe successo se la doppia chiamata ai box al giro 63 fosse arrivata nel casco di un Hamilton regolarmente in pista sulla sua "44". Con le Frecce Nere agevolmente al comando delle operazioni e ripensando al ruolo pienamente attivo del campione di Stevenage nelle stategie del box Mercedes, c'è da scommettere che Lewis non si sarebbe piegato senza precise e tempestive spiegazioni ad un (sempre rischiosissimo) doppio pit stop ed a quel punto con ogni probabilità la doppietta sarebbe andata in porto. Tradotto: altro che "con quel missile vince anche l'ultimo della pista"! I fatti dicono che senza Hamilton la Mercedes perde la via maestra del podio, come quest'anno era successo solo a Monza. Dove peraltro (ecco, appunto) Lewis aveva rimediato uno stop and go per essere stato autorizzato dalla squadra a rientrare ai box nonostante la corsia fosse chiusa causa neutralizzazione provocata dallo stop della Haas di Magnussen proprio sul prato all'imbocco della pit lane stessa. In quell'occasione Hamilton chiuse poi settimo, con Bottas appena più su: quinto, anche allora abulico ed incapace di... raccogliere le briciole di cui sopra.
Alla fine, pare di intuire che il pit stop di coppia malamente condotto dalla Mercedes a Sakhir potesse in realtà essere una chance offerta a Bottas per ribaltare a suo favore l'ordine della doppietta Mercedes: salvando il finlandese - contrattualizzato per il 2021 - e magari evitando di infastidire (preoccupare è una parola grossa) più di tanto Hamilton, con il quale invece la trattativa per il rinnovo (seppure avanzatissima) è ancora formalmente in corso.