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VERSO MONTREAL

Hamilton a caccia del tempo perduto, Verstappen e Leclerc della prima vittoria in Canda

Il nono appuntamento della serie iridata segna il passaggio alla fase centrale di una stagione che la Ferrari deve provare a raddrizzare.

di Stefano Gatti
14 Giu 2022 - 15:47
 © Getty Images

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Sette titoli iridati, sette vittorie nel Gran Premio del Canada, compresa la prima di una serie che è arrivata a quota 103 (primato assoluto, of course) ma che si è arenata dopo il successo dello scorso autunno a Jeddah. Lewis Hamilton - è di lui che stiamo parlando ovviamente - è l'osservato speciale della nona tappa di un Mondiale che torna a piazzare dopo tre anni le proprie tende (anzi ad aprire i propri containers) sul circuito intitolato a Gilles Villeneuve, nel quarantennale della scomparsa del grande campione della Ferrari ma anche di quella di Riccardo Paletti, che perse la vita il 13 giugno del 1982 al via del Gran Premio.

Anniversari all'insegna della malinconia e del rimpianto che per forza di cose dureranno il tempo di una vigilia, per tornare in fondo al cuore (ma non a spegnersi) alla prima accensione delle power units. E se Hamilton e la sua schiena dolorante in seguito ai saltellamenti esagerati della W13 numero quarantaquattro mettono in apprensione lo stesso Lewis, i suoi tifosi e la Mercedes, a condizionare la marcia di avvicinamento della Ferrari alla tappa nove sono le carenze di affidabilità che hanno colpito il cuore pulsante della F1-75 di Charles Leclerc nel recente GP di Baku come già in quello di tre settimane prima a Barcellona. In entrambi i casi quando la pista verso la vittoria del monegasco sembrava spianata.

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Intanto, la più recente edizione della gara di Montreal suscita ricordi dolci e positivi, sia per le Rosse che per il Re Nero. Nel 2019 a vincere il GP fu infatti Hamilton, sul gradino più alto di un podio completato dai due ferraristi Vettel (che era scattato dalla pole position) e Leclerc. Per il campione della Mercedes si trattò della settima affermazione su una delle sue piste-feticcio. Il tedesco, che l'anno precedente aveva regalato alla Ferrari la prima vittoria canadese dal 2004 (ultima delle sette affermazioni a Montreal di Michael Schumacher-sei con la Rossa, la prima con la Benetton), era già riuscito ad imporsi nel 2013 con la Red Bull che l'anno seguente fece il bis con Daniel Ricciardo.

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Dal 2014 però i Tori non riescono più a mettere le mani sulla coppa del vincitore. Le chances di tornare al successo in Canada (terza trasferta overseas dopo la doppietta Sakhir-Jeddah, dopo Melbourne e dopo Miami) sono parecchio elevate quest'anno per il pilota ed il team che - grazie alla doppietta di Baku - hanno preso il largo sia nella classifica generale piloti che in quella riservata ai Costruttori. Vale solo la pena rimarcare come la stella di Max Verstappen non abbia mai particolarmente brillato nelle cinque precedenti esibizioni dell'olandese a Montreal. Una sola apparizione sul podio: il terzo posto del 2018. Identico risultato rappresenta - come detto sopra - la best performance canadese di Leclerc, il quale però è sceso in pista a Montreal solo in due precedenti occasioni.

E no, non ci siamo dimenticati di Sergio Perez, che con il secondo posto di Baku ha scavalcato il ferrarista nella generale(129 punti  116 con il leader... Max a quota 150). Il messicano vanta - lui pure! - un terzo posto in Canada, un intero decennio fa con la Sauber. Per il resto però Sergio ha raccolto poco o nulla nelle sue otto partecipazioni: un quinto posto ed una lunga serie di piazzamenti al margine estremo della top ten... ed oltre. Potrebbe essere la volta buona per il messicano, in uno dei momenti migliori della sua intera carriera? Se così fosse, Verstappen magari non avrebbe comunque troppe ragioni di preoccuparsi ma il team si troverebbe con un fronte interno piuttosto scomodo da gestire e conseguenze... imprevedbili!

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