In 21 giorni la drammatica resa della Ferrari

Finale amaro e frustrante quando invece Vettel poteva riportare il titolo a Maranello dieci anni dopo Raikkonen

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Le speranze di vincere il Mondiale dieci anni dopo l'ultima festa firmata da Kimi Raikkonen sono state archiviate in appena tre settimane. Le trasferte in estremo oriente hanno praticamente azzerato ogni possibilità, 21 giorni che hanno caratterizzato la drammatica resa della Ferrari. Le fondamenta del disastro sono state poggiate con la partenza folle di Singapore, segnale di scarsa lucidità nella gestione dei momenti di tensione. Poi ci si è messa l'affidabilità della macchina, che ha lasciato a piedi Vettel nelle qualifiche di Sepang e poi in gara a Suzuka. Errori di valutazione e fragilità delle componenti emerse tutte assieme nel momento chiave della stagione, quando sarebbe servito decisamente altro.

Il paradosso è che il potenziale per un deciso cambio di passo c'era, con la Ferrari che offriva l'impressione di essere almeno al livello della Mercedes, se non un passo in avanti come dimostrato in Malesia e a Singapore. Invece Vettel ha raccolto la miseria di 12 punti in tre gare, mentre Hamilton andava in fuga senza troppi patemi. Un crollo verticale che deve far riflettere gli uomini in rosso, che vedono la coppa più importante viaggiare in un'altra direzione quando Vettel aveva a disposizione lo strumento utile per scrivere un'altra storia, dal finale meno amaro e frustrante.

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