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FORMULA 1

Formula Uno "Evo": da Sakhir a Melbourne, linee di tendenza e punti... di rottura

Come sono cambiati - classifiche alla mano - alcuni dei valori in campo nei primi tre appuntamenti del Mondiale.

di Stefano Gatti
12 Apr 2022 - 13:13
 © Getty Images

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Business as usual? Non proprio! Il Mondiale scattato lo scorso 20 marzo in Bahrein ha decisamente voltato pagina rispetto alla scorsa stagione (per non dire delle sette precedenti...),  lanciando la candidatura della Ferrari al titolo iridato con Charles Leclerc. Un avvio all'insegna della discontinuità, soprattutto a livello di... macrostrutture. Uno sguardo più approfondito alle classifiche generali permette però di andare oltre e di apprezzare già un'evoluzione dei valori in campo tra Sakhir e Melbourne... via Jeddah.

Il podio del GP d'Australia da questo punto di vista è piuttosto rivelatore. Non tanto per chi lo ha occupato, quanto per chi ne è rimasto escluso, per le sue assenze illustri: quelle di Carlos Sainz, Max Verstappen e Lewis Hamilton. Degnamente sostituiti - in rigoroso ordine di classifica - da Charles Leclerc, Sergio Perez e George Russell. Tre casi diversi, tre linee di tendenza che potrebbero spezzarsi tra due domeniche ad Imola oppure rafforzarsi ed a questo punto farsi in qualche modo "definitive".

I primi tre GP del 2022 hanno largamente compromesso le chances iridate di Sainz. Fino a quando la Ferrari è rimasta fuori dalla caccia al bersaglio grosso (l'anno scorso) lo spagnolo è riuscito a mantenere in equilibrio il confronto interno con Leclerc, addirittura precedendolo nella classifica finale del Mondiale (quinto posto a fronte del settimo di Charles) e prevalendo nettamente nel numero di piazzamenti sul podio: addirittura quattro a uno! Il salto di qualità spiccato con la F1-75 ha però rilanciato il talento puro del monegasco. Come in fondo largamente previsto - anche da noi - già lo scorso anno. Imola prematuro capolinea delle ambizioni iridate di Carlos? La risposta alla pista, inflessibile giudice-arbitro.

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E se per Perez l'attuale vantaggio in classifica su Verstappen (33 punti a 25) è più che altro frutto delle circostanze (i problemi alla power unit di Max a Sakhir e Melbourne), ben più intrigante è il caso Hamilton-Russell. Il nervosismo tradito via radio nel finale di gara dal Re Nero - che ha poi provato a correggere il tiro - la dice lunga sulla tensione montante in casa Mercedes. Chiuso il GP d'esordio del Mondiale in scia a Lewis, George lo ha superato in classifica al termine del GP dell'Arabia Saudita ed ha allungato ulteriormente con il suo primo podio "stellato" all'Albert Park: 37 punti (e il secondo posto della generale!) contro 28. Nove lunghezze, una solo in più del gap che separa Perez da Verstappen ma... divario dal peso specifico ben diverso.

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Nella marcia di avvicinamento alla prima tranche europea del Mondiale, le classifiche hanno subito un'evoluzione anche al di fuori delle posizioni di vertice assoluto. Tranne che per Aston Martin ed in parte Alpha Tauri. Certo, gli exploits mediorientali di Alfa Romeo ed Haas firmati da Valtteri Bottas e Kevin Magnussen sono via via sbiaditi con il trascorrere dei chilometri (era prevedibile, è la storia stessa della F.1) ma entrambe le squadre sono ancora ampiamente sopra la linea di galleggiamento e l'exploit di Alexander Albon nel recente GP Down Under con la William non è particolarmente indicativo, almeno in chiave di trend per il prosieguo della stagione.

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Un passo avanti piuttosto significativo nell'arco di un mese lo ha fatto invece la McLaren, ed era tra l'altro previsto: a Melbourne il "trenino" Norris-Ricciardo ha permesso al team di Woking di strappare ad Alpine il quarto posto della generale ed è già questo per entrambe il target massimo 2022. Ciò che equivale ad un passo indietro per la McLaren, già quarta nella classifica finale dello scorso anno, ma dopo aver conteso il terzo posto alla Ferrari per buona parte della stagione.

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