Il finlandese rivela un retroscena: "Quando ho firmato per loro, non ho neppure letto il contratto"
Kimi Raikkonen ha riportato l'Alfa Romeo nelle zone alte della classifica di Formula 1, ma ha ribadito che nella sua vita non ci sono solo i GP. "Quando ho firmato per loro, non ho neppure letto il contratto, perché non m'importava. Infatti quando ho parlato per la prima volta con quelli dell'Alfa Romeo ho detto loro a voce cio' che mi interessava, ovvero che si fossero intromessi nella mia vita privata, o se ne fossero lamentati, io sarei subito andato via", ha detto il finlandese alla rivista ungherese "Vezess".
"Nella vita ci sono tante cose pericolose - aggiunge l'ex ferrarista, alludendo alle sue passioni per la pratica di hockey ghiaccio e motocross -, e quindi bisogna fare attenzione, come nel mio caso. Però parleremo del problema solo se e quando esisterà". Al finlandese viene anche domandato se ha parlato con suo figlio di ciò che ha scritto nell'autobiografia, e dei problemi con l'alcol avuti a 19 anni, quando era sotto le armi. "Temo che dovrò farlo - risponde Raikkonen -. . Mio figlio mi fa tante domande, su tutto, e quando imparerà a leggere certe cose le troverà scritte da qualche parte. Quindi è meglio cominciare a dirgliele., perché tanto fanno parte della vita".
A Budapest ha destato impressione il gran numero di tifosi finlandesi accorsi in occasione del Gran Premio, nonostante la vettura del loro beniamino non sia fra le più competitive. "Non credo che molti fossero lì per me - dice Raikkonen -. . Semplicemente, sono venuti perché Budapest è una città fantastica e quindi c'è l'opportunità di godersela anche dopo la gara".