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FORMULA UNO

Da Spa-Francorchamps al Mugello, passando per Monza: Ferrari, serve una sterzata

Precipitata nell'anonimato e costretta ad una gara di retrovia a Spa-Francorchamps,la Ferrari ha il dovere di rialzare la testa per i due prossimi appuntamenti iridati a Monza ed al Mugello.

di Stefano Gatti
30 Ago 2020 - 19:37

"Mancano potenza ed efficienza aerodinamica". Non ha usato giri di parole Mattia Binotto per definire il perimetro delle ragioni alla base della debacle ferrarista al GP del Belgio, distribuendo poi sull'intero gruppo di lavoro ferrarista le responsabilità di una delle peggiori performances nella storia del Cavallino Rampante. Di sicuro una delle più anonime ed inspiegabili. Si salvano al momento solo i piloti, alle prese con una SF1000 "spompata" e con un senso di impotenza che può fare danni anche maggiori di qualsiasi noia meccanica.

Il confronto tra la Ferrari di oggi e quella di dodici mesi fa è impietoso: pole position di Charles Leclerc e prima fila tutta rossa completata da Sebastian Vettel al sabato,  prima vittoria del monegasco alla domenica. Un GP del Belgio 2019 da sogno (poi proseguito con i successi ferraristi a Monza e Singapore), un weekend da incubo quest'anno. Con i due piloti "a braccetto" per l'intero weekend ma desolatamente dispersi a centro gruppo, anzi anche un po' più in là: 13esimo e 14esimo in qualifica, stesso piazzamento al termine dei 44 giri del GP, solo a posizioni invertite. Gara più regolare (plafonata) per Vettel, più movimentata per Leclerc che ha guadagnato cinque posizioni nel corso del primo giro per poi (come nel gioco dell'oca) tornare a fine GP alla casella di partenza, dopo avere addirittura frequentato i bassifondi veri della classifica...

Il monegasco ha messo però parecchio carattere nella sua prestazione e proprio nella propria crescita personale alle prese con una stagione complicata (dopo avere assaggiato fette di gloria nel 2019) può fin d'ora rintracciare il senso di un Mondiale che lo vede al momento sesto nella classifica generale, superato a Spa da Albon (salito a 48 punti)  e raggiunto a quota 45 da Norris, con Stroll già minaccioso a quota 42. Opportunità che non appartiene più per storia personale a Vettel, oltrettutto distratto (un po' di più ogni giorno che passa) dal dubbio sulla strada da imboccare: prosecuzione della propria carriera nel Mondiale, ritiro oppure passaggio (ben poco probabile) ad altre categorie.

Già, ma quale può essere da qui al gran finale prenatalizio di Abu Dhabi, il senso del Mondiale della Ferrari? Spa-Francorchamps è stato solo un episodio? Lo standard ferrarista nei primi sei GP non era comunque quello del weekend tra le Ardenne, lo testimoniano anche i due precedenti piazzamenti da podio di Leclerc. Le risposte arriveranno presto, visto che l'ennesima "tripleheader" del calendario (iniziata in Belgio) prosegue con il GP d'Italia del 6 settembre a Monza e culmina con quello di Toscana sulla pista amica (?) del Mugello, dove la Ferrari taglierà il traguardo della propria millesima partecipazione ad una prova iridata. Tracciati, questi ultimi due, dalle caratteristiche molto simili a quelle di Spa-Francorchamps (il Mugello anche dal punto di vista delle variazioni altimetriche). Il rischio è quello che la debacle belga possa ripetersi. L'opportunità è quella di tornare subito (in un certo senso) sul luogo del "misfatto", fare i conti con la realtà e tracciare una nuova rotta: provare ad iniziare la rimonta verso posizioni comunque più consone alla Ferrari. Non tanto rispetto alla sua storia, quanto rispetto al suo potenziale attuale, a quello dei suoi uomini: dirigenti e meccanici, piloti ed ingegneri.

C'è da recuperare la terza posizione nel Mondiale Costruttori, tuttora da considerare l'obbiettivo minimo. la McLaren (che lo occupa ora con 68 punti) è distante sette soli punti (Maranello ne conta 61), tenendo però conto che in mezzo c'è la Racing Point (66), che la Renault grazie all'ottimo risultato di squadra di Spa si si è fatta minacciosa a quota 59 e che il trend ferrarista è oggettivamente negativo.

Insomma, un panorama farcito di dubbi, tentazioni di colpi di spugna, ansia da prestazione settembrina e poi pienamente autunnale (Monza, Mugello e Imola a cavallo tra fine ottobre e inizio novembre). L'imperativo assoluto è quello di fare quadrato e tenere la barra dritta. I vertici assoluti della Ferrari avranno ancora - e per quanto? - la stessa pazienza che, pur non potendo farsi sentire o vedere (sarà così anche a Monza) il tifo ferrarista sta dimostrando nei confronti della Rossa attuale? Fin qui le domande, che superano abbondantemente le risposte. Quelle devono arrivare dalla pista. Il resto non conta.

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