L'Audi SQ6 e-tron Sporback sfida le dune
© Ufficio Stampa
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In un decennio la tecnologia elettrica ha raggiunto livelli impressionanti. Audi nel 2024 ha vinto la Dakar con la trazione integrale full electric.
di Lorenzo CandottiDi colonnine nel Sahara non ce ne sono, bisogna fidarsi. Fidarsi di lei, la nostra Audi SQ6 e-tron Sportback, fidarsi del lavoro fatto a Ingolstadt. La narrazione popolare recita così: “L’auto elettrica non è divertente”. Segue poi un mugugno, che ormai è una cantilena: “Dove ricarico e quanto ci metto? E poi chissà quanto durerà?”.
Provare per credere, dice Audi. Credere in cosa? Credere che l’elettrico non solo è divertente, è prestazionale, è affidabile ma, in certi casi, pure meglio del termico. Dai ragazzi, siate onesti, solo chi non ha mai provato la spina può sostenere la tesi dei No watt. Questo non significa che non ci siano limiti nella gestione, né tanto meno che sia l’auto perfetta, però tanto meno il male assoluto. Chi vi scrive, dal giorno 1 che ha provato l’elettrico, ne è rimasto incuriosito. Lo spunto è eccezionale, a prescindere dalla cavalleria. Giusto per fare un esempio. Quindi, ci sono situazione nel quotidiano, soprattutto nelle grandi città, nelle quali l’auto con la spina può fare essere una scelta vincente. Ecco, nel Sahara avevo qualche dubbio in più, soprattutto alla voce consumi. Partiamo dal libretto: Audi S Q6 E-Tron Sportback. 517 cavalli elettrici, propulsore anteriore e posteriore, da 0 a 100 km/h in 4,4 secondi e una velocità massima di 230 km/h, autonomia dichiarata nel ciclo WLTP di poco più di 600 km. Perché, signore e signori, nel deserto ci siamo andati con il modello acquistabile in concessionario, unica differenza i cerchi che da 20 pollici sono scesi a 18 con pneumatici specifici.
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Momento verità: come si è comportato questo SUV con la spina nel deserto? Alla grande! D’altronde nel 2024 Audi ha trionfato alla Dakar con una full-electric. La trazione Quattro, in versione elettrica è degna erede della sua gloriosa e vincente storia. È basata sull’azione dei due motori elettrici, è assistita dalla trasmissione monomarcia con riduttore epicicloidale a due stadi e regola permanentemente e in modo completamente variabile la distribuzione della spinta tra gli assali. Specie nella modalità di guida dynamic, privilegia il trasferimento di coppia al retrotreno, mentre l’elettronica favorisce un comportamento tendenzialmente sovrasterzante a vantaggio del piacere di guida. L’analisi degli input provenienti dal pedale dell’acceleratore, dai freni o dalla trazione integrale quattro elettrica e le conseguenti reazioni tanto del sistema di propulsione mediante le elettroniche di potenza quanto delle sospensioni pneumatiche adattive sono affidate alla piattaforma HCP1. Una delle cinque piattaforme informatiche che gestiscono tutte le funzioni dell’auto. Una soluzione che favorisce la reattività e l’armonizzazione dei comportamenti della vettura, massimizzando il feeling.
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Questo SUV è un concentrato di potenza e tecnologia. Eleganza e comfort. Il tasto LIFT solleva l’auto e ti risolve tanti problemi, lo spunto elettrico ti porta fuori dai guai. E poi? E poi bisogna farsi furbi. Il One pedal feeling è stato pensato per rigenerare energia ma può essere sfruttato, quindi utilizzato per semplificarti la vita. Grazie ai paddle è possibile dosarlo e sulle dune è stato molto utile, praticamente il piede destro era fisso in zona acceleratore. Ah, giusto, la narrazione popolare, definiamola molto superficiale, anche se Fantozzi potrebbe render molto più chiara l’idea. L’auto elettrica è divertente e molto. È diversa ma, è un’automobile in tutto e per tutto. E, se si alza l’asticella e si ha la fortuna di guidare questo tipo di vetture, quelle diciamo così cattive, ci si diverte. Una cosa non esclude l’altra. Cane e gatto alla fine è dimostrato che vanno d’accordo, nonostante la credenza popolare.