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Analisi del rapporto tra la vetta della classifica a San Silvestro e la vittoria tricolore a maggio: il trend sembra cambiato recentemente
di Stefano FioreNel calcio si dice spesso che "i campionati si vincono a marzo", ma la storia recente della Serie A ci suggerisce di guardare con molta attenzione alla classifica anche mentre si mangia il panettone. Sebbene chi sia primo al 31 dicembre alla fine conquisti lo scudetto 'solo' il 50% delle volte, il trend delle ultime tre stagioni invece racconta un cambiamento che può fa sperare l'Inter, attuale leader della classifica.
Analizzando gli ultimi 11 campionati di Serie A, dalla stagione 2014-15 alla scorsa, questi sono i dati: in sei occasioni la squadra prima a fine anno ha poi vinto il campionato.
Stagione | Leader al 31 dicembre | Vincitore scudetto
2024-25 | Napoli e Atalanta | Napoli
2023-24 | Inter | Inter
2022-23 | Napoli | Napoli
2021-22 | Inter | Milan
2020-21| Milan | Inter
2019-20 | Inter | Juventus
2018-19 | Juventus | Juventus
2017-18 | Napoli | Juventus
2016-17 | Juventus | Juventus
2015-16 | Inter | Juventus
2014-15 | Juventus | Juventus
I dati mostrano un'anomalia statistica molto interessante nel triennio che va dal 2019 al 2022. In queste tre stagioni, il titolo di "campione di fine anno" ha portato decisamente male. L'Inter di Conte (2019) e quella di Inzaghi (2021) hanno girato l'anno in testa per poi subire le rimonte rispettivamente di Juventus e Milan. Il Milan di Pioli (2020) chiuse un anno solare straordinario in vetta, ma fu poi l'Inter a vincere quel campionato.
Con il trionfo del Napoli nella stagione 2024-25, abbiamo assistito a una netta inversione di tendenza. Per il terzo anno consecutivo, la regola è stata rispettata: Napoli (2022-23): dominio assoluto da dicembre a maggio; Inter (2023-24): vetta a fine anno e seconda stella conquistata; Napoli (2024-25): testa a testa invernale con l'Inter (e fino a un certo punto anche Atalanta) ma allungo decisivo nel girone di ritorno.
Se fino a pochi anni fa essere primi a Natale era quasi un presagio di sventura (cinque volte su otto poi non era arrivato lo scudetto), oggi il calcio italiano sembra premiare meglio la continuità.
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