PROMOSSI E BOCCIATI

Serie A, il pagellone della stagione

Milan al di là dei limiti, rammarico Inter, Juve incompiuta, delusione Capitale, Cagliari e Genoa da 3

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MILAN 9. Quello delle ultime 5 giornate, in cui è stato un autentico rullo compressore, sarebbe da 10 e lode. Ma il punteggio massimo va solitamente a chi domina il campionato, a chi stabilisce primati da Albo d’oro, relativamente ai punti o ai gol. A chi finisce imbattuto. Il Milan non ha di questi record, ma ha vinto andando al di là dei propri limiti, della mancanza di un centravanti spacca-partite. Grazie ad una rosa in grado di sopperire alla latitanza continua di Rebic e Ibrahimovic e a quella intermittente di Giroud, decisivo comunque con Inter, Napoli e nella sfida scudetto col Sassuolo. Ha vinto il gruppo, ha vinto la decisione di Maldini di sfidare a suo tempo la società che voleva sostituire Pioli con Rangnick. E il tecnico ne ha ripagato la fiducia amplificando i pregi della squadra e nascondendone i piccoli difetti. Ne ha gestito con abilità e saggezza le potenzialità, esaltando la inarrestabilità dei due “rambo” di sinistra, Leao e Theo, la crescita esponenziale di Tonali. E la insuperabilità del trio difensivo Maignan, Tomori e Kalulu. Il Milan ha vinto, migliorando i punti e il secondo posto dello scorso campionato, ribaltando i pronostici che, nell’imminenza delle delicatissime ultime 5 gare, ne prevedevano il sorpasso da parte dell’Inter, favorita - si diceva - da un calendario più abbordabile e da una cifra tecnica complessivamente superiore.

INTER 8,5. Avrebbe potuto fare di più se non si fosse incagliata a Bologna e nelle tre gare (Sassuolo, Torino e Fiorentina) giocate senza Brozovic. Ma queste non sono attenuanti. Ma i limiti di una grande squadra che, dopo aver metabolizzato le partenze di Lukaku e Hakimi, aveva comunque saputo ritrovare la stessa superiorità della stagione precedente. Chiude con la consapevolezza della propria forza – sancita dai due successi in Coppa Italia e in Supercoppa - e con il rammarico di essere arrivata sul traguardo alle spalle di chi aveva saputo domare sul piano del gioco (in campionato) e in Coppa Italia.

NAPOLI 7. Ha migliorato di due punti lo score di un anno fa, e - a differenza di allora - è entrato in Champions come terzo della classifica. Un premio di consolazione che ne attenua il malessere per i troppi harakiri contro le piccole (in primis la fatal Empoli) e per le pesanti assenze a cui ha dovuto fare fronte a causa degli infortuni e della Coppa d’Africa.

FIORENTINA 7. E’ ritornata in Europa dopo 5 anni di latitanza e lo ha fatto migliorando di ben 22 punti la classifica dell’anno precedente. Non un’impresa leggendaria, considerando che nel passato campionato la “viola” era stata davvero poca cosa. Ma con Italiano ha trovato una chiara identità di gioco, con cui ha saputo andare anche al di là della cessione del suo campione Dusan Vlahovic.

EMPOLI, VERONA, TORINO e SALERNITANA 6,5. I toscani si sono salvati in anticipo esprimendo, per buona parte della stagione, un calcio di alto livello spettacolare, i veneti, seppur con 8 punti in più rispetto al passato campionato, non hanno migliorato il record societario di 54 stabilito con Mandorlini nella stagione del ritorno in Serie A. Ma hanno saputo dare del filo da torcere ad ogni avversario. La stessa cosa dicasi per il Torino di Juric, che ha combattuto ad armi pari con tutti e ha pure migliorato la classifica di un anno fa (decisamente deficitaria) di ben 13 punti. La Salernitana merita identico punteggio per essere riuscita a compiere un’impresa alla quale nessuno credeva. Nessuno tranne il solito Davide Nicola, esperto in salvezze miracolose.

ROMA E LAZIO 6. Da entrambe ci si aspettava molto di più. La squadra di Sarri ha chiuso al quinto posto ma con 4 punti in meno rispetto ad un anno fa. La Roma è arrivata sesta con un misero più 1 sul campionato passato. Mourinho ha avuto comunque il grande merito di riaccendere l’entusiasmo nella capitale. E va da sé che se vincesse la Confederence League il 6 in pagella aumenterebbe almeno di un punto e mezzo.

Attestate sul 6 “politico” e abbondante sono anche il BOLOGNA (+5),L’UDINESE (+7) , LO SPEZIA (-3), tutte in linea coi proclami d’inizio stagione.

Mentre la JUVENTUS, 5, non merita assolutamente la sufficienza. Il suo voto è lo specchio fedele della prima stagione senza un solo titolo. Segnata da ben 3 sconfitte contro l’Inter e dalla cronica pochezza sul piano del gioco. Ha l’alibi dell’infortunio a Chiesa e della partenza inattesa di Ronaldo. E della conseguente mancanza dei loro gol. Ha provato ad ovviarvi con Vlahovic, ma dopo un ottimo periodo contraddistinto da un filotto positivo, la squadra di Allegri è ritornata ad essere un’incompiuta di lusso.

Al pari della Juventus, collocherei la SAMPDORIA ,5, salva ma con 16 punti in meno rispetto ad un anno fa. E il SASSUOLO,5, il cui rendimento ondivago è stato pagato con 12 punti in meno. ATALANTA 4. Dopo 5 anni la Dea non è approdata nel suo habitat naturale, l’Europa. Troppi punti in meno, ben 19, e solo 4 vittorie in casa. Da 4 è anche il VENEZIA, ma con l’attenuante del noviziato. DA 3 le retrocesse CAGLIARI e GENOA, entrambe incapaci di esprimere potenzialità superiori alle rispettive deprimenti posizioni di classifica.

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