Saranno due 3-5-2 a confronto anche se cambiano le interpretazioni dei due attaccanti
di Andrea CocchiSan Siro si gusta uno degli ultimi Inter-Milan di un impianto che profuma di storia. Quanti derby da raccontare e ricordare. Chivu e Max si sfidano nel primo scontro diretto tra chi ha una più che ventennale esperienza in panchina e chi si è affacciato da meno di un anno in Serie A. Se il calcio fosse solo una questione di sistemi di gioco si potrebbe parlare di due squadre che si guardano allo specchio vedendo una disposizione uguale: il 3-5-2. Il grande Bruno Pesaola diceva: "Io metto in campo la squadra in modo perfetto, poi purtroppo i miei giocatori si muovono...". L'ironia del Petisso rende perfettamente l'idea di come dare i numeri sia soltanto un modo per semplificare le disposizioni in campo.
Però è anche vero che certe scalate e adattamenti sono logiche conseguenze di un sistema che deve conformarsi a quello avversario, per non rischiare l'inferiorità numerica in fase difensiva. Quando si affrontano due 3-5-2 il problema è sempre quello di chi va a limitare il play dell'altra squadra. Date le caratteristiche di Calhanoglu, che nasce trequartista, è possibile immaginare che vada lui a chiudere le giocate di Modric. L'alternativa è schermare il fuoriclasse croato da parte delle due punte nerazzurre, impedendo ai difensori la giocata diretta verso di lui con una scalata meno lunga della mezzala sul lato debole. Se Calha dovesse spostarsi così tanto in avanti si potrebbe assistere a una situazione simile a quella di due mesi fa: Milan-Napoli, Lobotka che va su Modric con il conseguente spazio liberato sulla trequarti d'attacco rossonera. Un rischio molto grosso sfruttato benissimo da Allegri, che aveva preparato anche una giocata che ha annichilito la fascia destra della squadra di Conte. Con Estupinian, finché è rimasto in campo, e Rabiot chiamati ad avvicinarsi alla propria porta, attirando i rispettivi avversari, liberando lo spazio alle spalle, dove Pulisic si inseriva in velocità. Questa volta potrebbe toccare a Leao, visto che è probabile pensare che l'attacco del Milan, formato dal portoghese e dallo statunitense, sia schierato in orizzontale e non in verticale, per poter puntare verso il centro tagliando dall'esterno. Pulisic potrebbe invece, in fase difensiva, chiudere il play nerazzurro con le mezzali a occuparsi dei "terzi" dell'Inter.
Chivu ha varie armi a disposizione, anche se certe uscite in prima impostazione sono meno sofisticate rispetto alla gestione Inzaghi. Meno rotazioni, ma situazioni simili. Si assiste spesso a una partenza di azione a quattro, con Calhanoglu che scende ad accompagnare il centrale e gli altri due difensori che si allargano. Non mancano nemmeno le discese, con la palla o senza, di Akanji e Bastoni, a creare superiorità numerica a centrocampo. Se gli avversari vanno a uomo si va diretti sulle punte grazie allo svuotamento del reparto centrale. Queste situazioni funzionano di più con chi ti viene a prendere marcando individualmente. Se il Milan sceglierà un blocco basso o medio, con normali scalate a zona e senza forzare la marcatura a uomo, certi movimenti serviranno a poco. Diventerà quindi fondamentale la ricerca veloce dei cambi di gioco e il tentativo di riaggredire non appena persa la palla, in modo da trovare un po' più di spazio di manovra in zone congestionate. Di certo Chivu avrà prestato particolare attenzione alle marcature preventive, perché quando il Milan ha spazio sa fare davvero male.