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Il risveglio di Leao, il bunker interista e un Cholito… imbarazzante

La rubrica sul campionato di Serie A del nostro Matteo Dotto

di Matteo Dotto
20 Ott 2025 - 07:00

Un weekend all’insegna delle milanesi, uniche vittoriose delle squadre di testa in questa settima giornata che ha visto cadere sabato le ex capolista Roma e Napoli e ieri la Juventus. Il generoso rigore guadagnato da Gimenez e trasformato da Leao lancia solitario il Milan in cima alla classifica con un punto di vantaggio su Inter (vittoriosa sabato sera all’Olimpico), Napoli e Roma. Con la Juventus che, sconfitta a Como, scivola al sesto posto superata anche dal Bologna.

DIGIUNO - Dopo 513 giorni Rafa Leao torna a esultare a San Siro in Serie A, per di più con una doppietta. Diventano così 57 i suoi centri milanisti in A, 73 quelli totali in maglia rossonera. Sono passati esattamente 1.261 minuti dall’ultimo suo gol casalingo in campionato: quel 25 maggio del 2024, ultima giornata, una rete quasi platonica nel 3-3 contro una Salernitana già retrocessa per un Milan già certo del secondo posto alle spalle dell’Inter della doppia stella. Quel giorno c’era Stefano Pioli sulla panchina rossonera. C’era invece Marco Giampaolo alla guida del Milan quando Leao il 29 settembre 2019, sempre contro la Fiorentina, mise a segno il suo primo centro milanista: 1-3 il risultato finale per la Viola di Montella. Oltre a Leao nessun altro calciatore sceso in campo era presente ieri sera.

CONFRONTI - Prima sconfitta stagionale della Juventus di Tudor, a secco di vittorie da sei partite tra campionato e Champions. Più di un mese fa, il 13 settembre, il rocambolesco 4-3 sull’Inter che lanciava i bianconeri in testa alla classifica a punteggio pieno. Poi il blackout: la pareggite prima e, dopo cinque X ecco il KO. Sei partite con 10 reti al passivo e solo una chiusa senza incassare reti (lo 0-0 con il Milan prima della sosta). Con i 12 punti raccolti fin qui la Juventus di Tudor è quella del peggior avvio negli ultimi tre anni. Thiago Motta lo scorso anno a questa altezza di punti ne aveva 13, l’ultima di Allegri addirittura 14. E mercoledì si va al Bernabeu…

BUNKER - Dell’Inter che ha agganciato Napoli e Roma si sta molto parlando in chiave offensiva (nel senso… del suo attacco). Bonny che segna, Pio che lotta, Lautaro che si riposa dopo le fatiche argentine, Thuram che sta recuperando dall’infortunio. Eppure c’è un dato da sottolineare, un po’ sottovalutato. La solidità difensiva della squadra di Chivu. Ma come, con 8 gol è la più perforata delle compagini di testa… Attenzione però: di quelle 8 reti al passivo la metà sono arrivate dalla sfida dello Stadium con la Juventus. E poi: dopo aver incassato 6 gol nelle prime tre partite, nelle successive sei (tra campionato e Champions) ne ha subiti solo altri 2. Mantenendo inviolata la porta in tre partite di A (contro Torino, a Cagliari e a Roma) e nelle due di coppa. Tenendo dunque cinque volte la porta blindata su nove occasioni (e così siamo riusciti a evitare per una volta l’orribile inglesismo clean sheet…)

ESULTANZA - Giovanni Ammazza-Grandi Simeone ha fatto sabato il tris di scalpi prestigiosi: dopo Roma e Lazio ecco il “suo” Napoli. Tutto molto bello, avrebbe detto il Maestro Pizzul. Peccato solo la stucchevole non-esultanza del Cholito nel dopo gol. Davvero assurdo doversi quasi scusare dopo aver fatto semplicemente il proprio dovere. Nel calcio moderno già è complicato gioire in condizioni “normali” causa Var ed esultanze differite. Se poi ci si mette anche l’ipocrisia… Intendiamoci: Simeone non è stato il primo nè sarà l’unico autore di questa farsesca pantomima. Fabio Quagliarella, proprio in granata e sempre contro il Napoli (ma al San Paolo) esattamente dieci anni fa pagò cara la sua non-esultanza: travolto dalle critiche dei tifosi fu costretto a lasciare il Toro e fece ritorno alla Sampdoria. Quella rete senza gioia (la 32esima in granata) mise fine al suo romanzo con la squadra con cui fece giovanissimo il suo esordio nel grande calcio. Magari Quagliarella pagò anche i suoi trascorsi juventini e la sua poca empatia con la Curva Maratona. Ma noi preferiamo ricordare, rimanendo in ambito Toro, quando Ciccio Graziani con la Fiorentina segnò proprio sotto la Maratona nella sua prima partita da ex in campionato, nel marzo ‘82: nessuna irriverenza, solo una esultanza “piena” nel totale rispetto dei suoi nuovi ma anche, senza ipocrisie, dei suoi vecchi tifosi.