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Scopriamo Bardghji, il minorenne svedese del Copenaghen che Guardiola vuole al City   

Nato in Kuwait da genitori siriani, è passato per il Malmoe e poi ha scelto la Danimarca e lo vedremo all'opera in Champions League contro Manchester United e Borussia Dortmund

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Scopriamo Bardghji, il minorenne svedese del Copenaghen che Guardiola vuole al City <br />
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© twitter

Prima di raccontare la storia di Roony Bardghji è meglio sgombrare il campo da pericolosi equivoci: l’etichetta di “nuovo Messi” che gli hanno incollato è un piccolo paradosso. Però il ragazzo vale, eccome. Lo potremo ammirare in Champions League con la maglia del FC Copenaghen, nel girone terribile con Bayern Monaco, Manchester United e Galatasaray. Forse non passerà il turno, di sicuro non passerà inosservato.

Kuwait City, 15 novembre 2005. È qui che si ascoltano i primi vagiti di Roony, primogenito di Samir Bardghji e della moglie Rola, originari della Siria. Una storia di emigrazione come tante altre, da un Paese molto povero a uno molto ricco. In Kuwait all’inizio del nuovo millennio c’era la possibilità di avere un buon lavoro e un buon reddito. In Siria, ad Aleppo, la famiglia Bardghji andava a passare qualche periodo di vacanza. Così per cinque anni, in cui in famiglia è arrivato anche il secondogenito Rayan. Ma la tragedia era dietro l’angolo.

Nel dicembre del 2010 è esplosa quella che è stata ribattezzata “la Primavera araba”. Tutto è partito dalla Tunisia, con resistenza civile, marce di protesta, manifestazioni e relative repressioni da parte dei governi. Tutta quell’area geografica interessata, Kuwait compreso. In Siria una vera e propria guerra civile si sviluppò a partire dal gennaio del 2011, quando Ali Akleh si diede fuoco ad Amman, in Giordania, per protestare contro il governo di Bashar e-Assad. La Siria non era più un posto adatto alle vacanze di una famiglia, ma Samir Bardghji decise che nemmeno il Kuwait era il posto giusto dove far crescere i figli. Fece preparare i bagagli alla moglie Rola e la mise su un aereo insieme ai piccoli Roony e Rayan, destinazione Svezia. In quel momento non lo sapeva, ma li avrebbe raggiunti solamene nel 2017.

Roony Bardghji ha appena sette anni quando arriva a Kallinge, area urbana di circa cinquemila abitanti nel comune di Ronneby, contea di Kalmar. Siamo all’estremo sud della Svezia, con vista sulla Danimarca. Parole di svedese conosciute da Roony: zero. Solo arabo, scritto e orale. Una vita complicata, comunicazione a gesti. Ma a modo suo, il bambino una lingua la conosce: quella del calcio. Papà Samir è stato un dignitoso dilettante in Siria, la passione ha contagiato la famiglia. Roony inizia a fare amicizia con i ragazzi del posto, anche più grandi. Lo cercano tutti perché è davvero bravo, averlo in squadra nelle partitelle è un privilegio che nessuno vuole lasciarsi scappare, così come non se lo fa scappare il Kallinge SK (club attualmente iscritto alla quinta divisione svedese), che lo tessera e lo integra anche nel tessuto sociale cittadino. Pochi mesi e anche la lingua svedese comincia a essere meno ermetica. Presto viene notato da una società un tantino più ambiziosa, il Rodeby AIF. Ma siccome siamo nel sud della Svezia, il destino di ogni ragazzo promettente è quello di entrare nella academy del Malmoe, il club che ha rivelato al mondo Zlatan Ibrahimovic. Ed è proprio quello che succede a Roony.

Si arriva dunque all’estate del 2020, quando arriva una proposta clamorosa: il FC Copenaghen gli offre una cifra quasi incredibile per trasferirsi in Danimarca. Attenzione: da Malmoe a Copenaghen, dopo la costruzione del ponte di Oresund, ci sono 43 chilometri che si percorrono in meno di un’ora. Più o meno come se un ragazzino di Milano andasse a giocare nelle giovanili dell’Atalanta. Ma come mai il Copenaghen si è sbilanciato così tanto? Il motivo è da ricercare nella rivalità con il Nordsjaelland, altro club danese che cura molto il settore giovanile. Poco tempo prima il Nordsjaelland si è assicurato Andreas Schjelderup, un altro ragazzino prodigio in seguito ceduto al Benfica e ora tornato al Nordsjaelland in prestito. Il FC Copenaghen non poteva lasciarsi sfuggire Roony. Il più dispiaciuto è Jeffrey Aubynn, il suo allenatore nelle giovanili del Malmoe: “Aveva quattordici anni e lo facevo giocare nell’Under 19, eppure faceva la differenza. Ma non gi bastava mai, ce la metteva tutta, voleva migliorarsi ogni giorno”.

Mamma Rola non è entusiasta del trasferimento in Danimarca, papà Samir invece sì. E si dedica anima e corpo a questa nuova avventura. Roony risponde subito con i fatti: 15 reti nelle prime 10 partite con l’Under 17, passaggio immediato all’Under 19, 3 gol e 3 assist nelle prime 11 partite, stagione 2020-21. Poi 4 reti nelle prime 9 partite della stagione 2020-21, fino a novembre, quando l’allenatore Jess Thorup lo chiama in prima squadra e capisce subito chi ha per le mani: “Spero solo che Roony non resti brevemente nel nostro club, qui può imparare molto e soprattutto può aiutarci a ottenere ottimi risultati”. Beata illusione, perché a questo punto su Bardghji si sono già posati gli occhi dei grandi club europei: Barcellona, Ajax, Monaco, Chelsea (che lo segue fin dai tempi del Malmoe), ma soprattutto Manchester City, che secondo la stampa danese è la destinazione più probabile per esplicita indicazione di Pep Guardiola. Il ragazzo, molto candidamente, ha espresso in varie occasioni la sua preferenza: “Mi piacerebbe giocare nel Real Madrid”.

Il 21 novembre del 2021 arriva l’esordio in Superligaen contro l’Aarhus. Entra in squadra e non esce più: 7 presenze e 2 gol nella regular season, 6 presenze nei playoff. In più, due apparizioni negli ottavi di Conference League contro il Psv Eindhoven. Nella scorsa stagione va ancora oltre: in Superligaen totalizza 13 partite, 3 gol e 1 assist in regular season, 6 presenze nel playoff e 2 presenze nella fase a gironi della Champions League contro Siviglia e Borussia Dortmund. La stagione attuale è iniziata ancora meglio, con 4 reti nelle prime 7 partite e 5 presenze tra preliminari e playoff di Champions League. C’è molto di suo nella qualificazione del FC Copenhagen: nel terzo turno, contro lo Sparta Praga, la partita è arrivata ai rigori e Roony ha trasformato il suo con un cucchiaio in perfetto stile tottiano. Bravo, consapevole esserlo e anche animato da quel pizzico di presunzione che l’ha portato a dire in diverse occasioni: “Voglio diventare il migliore del mondo”.

Cristiano praticante (a differenza di quanto lascerebbero pensare le sue origini arabe), sul suo profilo Instagram ha messo una croce dopo il suo nome e anche accanto alla professione di fede che ha inserito a corredo: “Jesus is my light, makes me fear nothing” (“Gesù è la mia luce, niente mi fa paura”), molti dei suoi post si concludono proprio con una croce. In quanto alle rappresentative nazionali, ha scelto la Svezia. Breve parentesi nell’Under 17 con 5 gol in 6 partite, poi il passaggio all’Under 21, esordio il 2 giugno 2022 contro il Lussemburgo e primo gol contro la Scozia il 23 marzo del 2023, dopo essersi misurato anche con l’Italia nelle qualificazioni per l’ultimo Europeo. In Svezia nessuno ha dubbi sul suo futuro e i suoi estimatori sottolineano come alla stessa età Zlatan Ibrahimovic, il più grande calciatore della storia svedese, aveva ancora zero presenze nelle rappresentative giovanili.

Resta da spiegare che tipo di giocatore sia Bardghji (che per la pronuncia complicata viene chiamato da tutti semplicemente Roony) e per quale motivo sia stato paragonato precocemente a Messi. È un attaccante esterno mancino che gioca molto volentieri a destra ma può fare agevolmente il trequartista, sa proteggere molto bene il pallone con il suo sinistro fatato. Difetti da correggere: spesso ha troppa fretta di andare al tiro e qualche volta tiene la palla un secondo di troppo. Pregi caratteristici: grande abnegazione nel partecipare alla fase difensiva, impegno sempre massimo e visione di gioco da veterano. Piccolo dubbio: non essendo ancora maggiorenne, non si è ancora del tutto evoluto dal punto di vista fisico. Ma c’è tempo. Nel FC Copenaghen veste la maglia numero 40, tanto per dare un riferimento a chi volesse vederlo all’opera sulle nostre reti e che un giorno potrà dire: “Io lo conosco già”.

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