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Rizzoli: "Il Var per ridare credibilità al calcio ma vanno conosciute le regole"

Il designatore arbitrale: "Lazio-Lecce, c'è un errore. E chiariamo: ora c'è il tocco di mano non più la volontarietà"

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 "Il Var non nasce per eliminare gli errori, ma per restituire credibilità allo sport più amato". Così il designatore di Serie A, Nicola Rizzoli, nel suo intervento al Forum arbitri e capitani organizzato con la Figc a Roma. "Siamo solo alla terza stagione e migliorerà certamente. Quest'anno il Var è intervenuto 52 volte, troppe. Vuol dire che non stiamo arbitrando bene, anche perché è cambiato il regolamento".

Rizzoli ha approfondito il tema dei falli di mano: "Nel vecchio regolamento, si parlava di volontarietà, adesso di tocco. Oggi, o resettiamo questa parola o ci creerà dei problemi. Questo non significa che i falli di mano non debbano essere interpretati, ma in quanti conoscono le regole? Non tutti hanno capito quello che abbiamo detto a Coverciano a inizio stagione. Forse saremmo dovuti andare in ogni società a spiegare il regolamento e di questo faccio mea culpa".

Una spiegazione anche del caso Lapadula in Lazio-Lecce: "C'è un errore di base arbitrale, possiamo fare di più. Noi chiediamo agli arbitri di mettersi a più di un metro dalla linea dell'area di rigore per vedere chi dovesse entrare per primo nell'area stessa. Poi il 99% dei penalty andrebbero ripetuti (nel senso che troppi giocatori entrano con facilità in area prima del fischio, ndr) ma allora preferiamo punire solo chi entra in area prima del fischio e diventa decisivo nell'azione. Se no dovremmo farli ripetere tutti".

"Oggi è una giornata fondamentale per capire tutti insieme cosa possiamo fare di più" ha proseguito Rizzoli nel suo intervento. "Ci sono migliorie che possono essere apportate ma serve conoscenza del protocollo Var.  Non possiamo chiarire l'applicazione delle regole se di base non conosciamo le regole. Altrimenti facciamo delle polemiche sterili". Sull'aumento di ammonizioni ed espulsioni: "Un trend sintomo di tensione".

NICCHI: "FAR PARLARE GLI ARBITRI, PERCHÈ NO"
 "È una riunione che abbiamo da sempre auspicato e voluto" ha proseguito il numero uno dell'Aia Marcello Nicchi. "Stanno procedendo a gran ritmo i lavori della 'Var Room' centralizzata a Coverciano: sarà uno strumento importante e innovativo. Con la Var Room appronteremo anche un sito per comunicare con immediatezza i casi critici che sono capitati la domenica. Far parlare gli arbitri? Se il clima diventa sereno e tranquillo, perché no".

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