IL RICORDO

Quando il pesce d'aprile è un gol: 19 anni fa Taibi beffò l'Udinese  

Nel 2001 l'estremo difensore entrò nella storia segnando con la maglia della Reggina: resta uno dei pochi portieri ad aver realizzato una rete in Serie A

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Nel calcio il gol del portiere è un clamoroso ribaltone, come se guardie e ladri invertissero i loro ruoli. È il mondo alla rovescia, ma basta mettersi a testa in giù per tornare sulla stessa lunghezza d'onda del contesto e realizzare quanto sia evento raro ma non impossibile. Un esempio? Diciannove anni fa Massimo Taibi segnò al minuto 88 in Reggina-Udinese 1-1, 24esima giornata di Serie A. Rete di testa, su azione di calcio d'angolo, sfruttando una disattenzione dei friulani. Pochi ricordano che l'allora numero 1 dei calabresi sfiorò la rete anche nell'azione precedente. Era destino che realizzasse un riuscitissimo pesce d'aprile. Fu il secondo gol su azione da parte di un portiere nella storia della massima serie: il primo lo segnò Michelangelo Rampulla il 23 febbraio 1992 in Atalanta-Cremonese 1-1. L'ultimo a riuscirci in Serie A è stato Alberto Brignoli in occasione di Benevento-Milan 2-2 del 3 dicembre 2017: gol doppiamente storico, perché segnato da un portiere e regalò il primo punto in A ai campani. Curiosità statistica: Reggina, Cremonese e Benevento, nelle rispettive stagioni, retrocessero. I prossimi facciano gli scongiuri del caso.

In realtà, per allargare il cerchio basta poco. L'ultimo a iscriversi nella Hall of Fame dei portieri-goleador è stato Ivan Provedel durante Ascoli-Juve Stabia 2-2 di Serie B, giocato a febbraio. Tornando indietro nel tempo, si trovano i casi di Marco Amelia (Partizan Belgrado-Livorno, Coppa Uefa 2006/07) e quello, molto al limite, di Francesco Toldo in Inter-Juventus 1-1 del 19 ottobre 2002: bianconeri avanti con un rigore di Alessandro Del Piero a un minuto dalla fine, assalto nerazzurro all'arma bianca con Toldo in area e mischia furibonda che produsse il pari al 95'. La Lega Serie A tutt'oggi attribuisce il gol a Vieri ma Toldo ha sempre reclamato la paternità della rete. Non ci sono dubbi, invece, su chi sia stato l'apripista del genere in Italia: il primo portiere a segnare un gol in campionato fu Lucidio “Cochi” Sentimenti, quarto di nove fratelli, di cui cinque calciatori. Clamorosa la dinamica dei fatti di quel 17 maggio 1942: Sentimenti IV, allora al Modena, giocava in trasferta contro il Napoli, che in porta schierava suo fratello Arnaldo, noto come Sentimenti II. Quest'ultimo aveva parato nove rigori di fila, mentre gli emiliani ne avevano sbagliati alcuni di troppo. Se gli dei del calcio si imbizzarriscono, hanno una penna più cattiva di qualsiasi sceneggiatore: rigore per il Modena, sul dischetto si presentò proprio Lucidio, che aveva passato intere giornate a giocare di nascosto nei tornei estivi dei bar in Emilia. Lo pagavano bene, avrebbe poi confessato. Che avesse un bel piede, forse, non lo sapeva nemmeno il fratello maggiore: Cochi evitò gli affetti e segnò ad Arnaldo, che si sentì umiliato e lo rincorse per tutto il campo.

Sentimenti IV, ricordato anche per essere l'“intruso” in Italia-Ungheria dell'11 maggio 1947 (per il resto la Nazionale era composta solo da membri del Grande Torino), realizzò cinque reti su rigore in Serie A. Al secondo posto di questa speciale classifica c'è Antonio Rigamonti, portiere-rigorista del Como nel 1975-76, allenato da un giovane Osvaldo Bagnoli: in quell'anno (oltre a essere colpito da dei bulloni a Firenze) Rigamonti realizzò tre reti e attirò le attenzioni del Milan, con cui avrebbe vinto lo scudetto della “stella” come vice-Albertosi.

Se in Italia i numeri uno in gol sono pochi, all'estero c'è chi l'ha resa una professione. Chiedere al tedesco Hans-Jörg Butt, autore di 32 reti in carriera, di cui tre in Champions League: tutti, incredibilmente, segnati alla Juventus con le maglie di Amburgo, Bayer Leverkusen e Bayern Monaco. La terra più fertile è tuttavia il Sud America, dove i portieri possono essere fantasisti con i guanti: Rogerio Ceni, 131 gol in carriera con il San Paolo, ne è l'esempio perfetto anche come maglia, lui che per anni ha voluto indossare non l'1 ma lo 01. Che è il 10 alla rovescia, sempre per tornare al mondo capovolto. Lo segue a distanza siderale José Luis Chilavert (67 volte a segno tra punizioni e rigori), mentre un caso a parte è René Higuita: 41 centri in carriera, eccessi in campo (sua la parata con il “colpo dello scorpione” a Wembley in Inghilterra-Colombia del 1995) e fuori, come il legame con il boss della droga Pablo Escobar (pagato con sette mesi di carcere), l'uso di cocaina e un pugno a un giornalista che lo aveva criticato. Non per niente era “El Loco”, il pazzo: ma un minimo di follia, per essere un portiere-goleador, bisognerà pur averla.

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