LA STORIA

Premier League all'estero? Nel 1967 Cagliari diventò Chicago

I sardi volarono negli Stati Uniti per indossare la maglia dei Mustangs e disputare il neonato campionato della United Soccer Association

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In questi giorni si parla dell'invito dell'Australia a ospitare le 92 partite rimanenti di Premier League. Una proposta ancora tutta da ponderare e valutare, e sicuramente una delle considerazioni da mettere sul piatto è l'impossibilità di avere il tifo degli stadi inglesi. Qualcosa di simile, però, accade negli Stati Uniti nel 1967, quando il Cagliari gioca a Chicago per competere nel campionato della neonata United Soccer Association.

La storia del soccer statunitense è travagliata e soffre di interruzioni, confusione e lunghi periodi di dilettantismo. Una prima sterzata viene data dopo il Mondiale inglese del 1966, quando televisioni e imprenditori capiscono le potenzialità economiche di uno sport che, prima di quell'anno, è stato perlopiù ignorato. Così si spinge verso la creazione di vere leghe professionistiche, visto che la American Soccer League è sempre stato un campionato sostanzialmente dilettantistico. Nel 1967 vengono create la National Professional Soccer League e la United Soccer Association, poi confluite in un'unica lega nel 1968. Nell'anno di regime concorrenziale la Usa parte in ritardo e, con un preavviso di pochissime settimane, per le 12 franchigie è impossibile costruire da zero le squadre. Qual è la soluzione più rapida per mettersi in pari con la lega rivale? Affittare squadre che ci sono già. Anche perché il torneo viene disputato in estate, in un anno senza Mondiali, Europei o Giochi Olimpici. Per l'Italia viene scelto il Cagliari, che ha appena concluso al sesto posto in Serie A.

I sardi vengono 'noleggiati' dai Chicago Mustangs e soggiornano in un hotel di proprietà di Frank Sinatra. La prima gara è il 28 maggio 1967, a campionato italiano ancora in corso. I primi a partire per l'Illinois sono infatti i più giovani, che si giocano l'esordio contro il Dallas Tornado. O meglio, il Dundee United, formazione scozzese. Risultato: sconfitta per 1-0. Quando i “big” allenati da Manlio Scopigno (non Gigi Riva, infortunato al perone) raggiungono gli Stati Uniti per unirsi al torneo, si mettono le mani nei capelli. Le partite sono infatti giocate in stadi da baseball adattati al calcio, dunque ci sono parti in erba e altre in terra battuta. Ricciotti Greatti ha affermato: “In alcuni campi c'era addirittura la montagnola del lanciatore”. Insomma, il torneo statunitense si rivela un goffo tentativo di marketing per vendere un prodotto al quale gli americani non sono abituati (poche le presenze in tribuna - una media di 8mila presenze a partita -, deludenti gli ascolti alla televisione) e il Cagliari stesso gioca perché pagato. A livello di risultati il piazzamento è buono: Roberto Boninsegna capocannoniere del torneo e terzo posto in classifica, ma solo perché i calciatori vogliono evitare la finale, dovendo tornare in Italia per prepararsi alla stagione successiva. A livello di spettacolo il prodotto viene però aspramente criticato, anche dai sardi. Pierluigi Cera, storico libero dei sardi e della Nazionale, dirà: “Calcisticamente il torneo non sapeva di nulla. Giocavamo contro squadre britanniche e sudamericane e ogni volta bisognava stare attenti, perché se non finiva direttamente in rissa ci si andava comunque vicino. In uno dei match ritrovammo l'arbitro inglese Aston, quello di Italia-Cile del Mondiale 1962. Finì a spintoni anche lì e rientrai in Italia 15 giorni prima degli altri”.

E se le risse non coinvolgono i calciatori, hanno come protagonista il pubblico: proprio in una gara dei Chicago Mustangs i sardi vanno via dal campo scandalizzati dall'arbitraggio, i tifosi entrano in campo e colpiscono il direttore di gara con un bastone. Insomma, non l'inizio dei sogni per una lega professionistica: non stupisce che la lega unica (la Nasl, North American Soccer League) sia durata solo 17 anni, malgrado la presenza di campioni come Pelé, Johan Cruijff, Franz Beckenbauer, Carlos Alberto, Johan Neeskens, Gerd Müller, George Best o anche Giorgio Chinaglia. Per vedere una lega professionistica stabile negli Stati Uniti occorrerà aspettare la Major League Soccer, attiva dal 1996.

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