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Operazione penalty, frode sportiva nelle serie minori: cinque agli arresti domiciliari

Operazione "Penalty" di GdF e Carabinieri a Reggio Calabria: cinque agli arresti domiciliari per frode sportiva e scommesse truccate

di Stefano Fiore
30 Ott 2025 - 10:37
 © Getty Images

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Vasta operazione congiunta di Carabinieri del Comando Provinciale di Reggio Calabria e Finanzieri del Nucleo Speciale di Polizia Valutaria della Guardia di Finanza: cinque indagati per associazione a delinquere finalizzata alle frodi sportive sono stati sottoposti agli arresti domiciliari. La misura cautelare è stata emessa dal Tribunale di Reggio Calabria.

L'arbitro corrotto: dal Primavera alla Serie C

Le indagini, partite a gennaio 2024 da una segnalazione dell'Agenzia delle Dogane e dei Monopoli riguardo a un flusso anomalo di scommesse su un incontro calcistico della categoria Primavera, hanno portato alla scoperta di un'associazione a delinquere dedita alla frode sportiva. La cellula criminale era promossa e diretta da un arbitro della Sezione AIA di Reggio Calabria, che operava nelle categorie Primavera, Primavera 2 e Serie C. Il direttore di gara è accusato di aver alterato l'arbitraggio di diversi incontri per agevolare le scommesse dei membri del sodalizio.

Secondo gli inquirenti, che hanno ricostruito il sistema (avallato dal GIP), l'arbitro (identificato poi come Luigi Catanoso) avrebbe continuato a operare anche dopo la sua sospensione, individuando, avvicinando e corrompendo colleghi designati per i singoli incontri con somme che potevano arrivare fino a 10.000 euro a partita.

I finanziatori e il sistema delle scommesse estere

Al sistema partecipavano altri indagati, responsabili di contattare gli arbitri e investire il proprio denaro. Tra "rigori spesso inesistenti ed espulsioni", il sodalizio favoriva la squadra con le quotazioni più redditizie. A finanziare l'associazione, soprattutto per corrompere altri direttori di gara, ci sarebbero stati due imprenditori toscani (padre e figlio), titolari di un'agenzia di scommesse di Sesto Fiorentino (FI), anche loro tra gli arrestati.

Gli accertamenti dell'operazione, ribattezzata "Penalty", hanno riscontrato l'utilizzo di provider di scommesse esteri e non autorizzati nell'Unione Europea. Questo escamotage serviva per non destare sospetti sugli ingenti flussi di scommesse anomale.

Milone e la denuncia del collega: "Facile trovare coraggio"

"È stato semplice trovare il coraggio di denunciare". Lo ha detto Stefano Milone, l'arbitro che ha denunciato il collega Luigi Catanoso della sezione AIA di Reggio Calabria, arrestato nell'ambito dell'operazione 'Penalty' delle combine nelle gare Primavera. "Noi arbitri entriamo in campo con la pancia, ma poi ragioniamo con la testa - ha aggiunto -. Credo che abbiamo tutti gli strumenti per essere uomini che rispettano le regole. Ero contento già quando ho denunciato, lo sono anche ora che ha vinto la legalità". A chi gli chiede se pensa manchino tutele agli arbitri ha risposto: "Io in questo caso mi sono sentito tutelato".