Con de Laurentiis fine dei privilegi alle Curve: così è nata la protesta violenta del Maradona
Ha eliminato una serie di privilegi che non spettavano loro, li ha allontanati dalla squadra e li ha esclusi dalla organizzazione della festa scudetto. C'è questo, e molto altro, dietro alla protesta violenta di parte della Curva del Napoli contro il presidente Aurelio de Laurentiis. Protesta che, nel frattempo, ha portato all'arresto di due ultras, rei, secondo l'accusa, di aver malmenato alcuni tifosi nel corso del match di domenica sera contro il Milan. Si tratta, come scrive il Mattino, di P.C., 32enne di Napoli, e di M.M., 37enne residente nel Beneventano, entrambi legati al gruppo Ultras 72 e conosciuti per alcuni precedenti di polizia.
Ma privilegi tolti e frattura con la proprietà, dicevamo. Come spiega ancora il Mattino, Aurelio de Laurentiis ha, nel giro di una manciata di anni, vietato agli ultras di avere rapporti con la squadra durante gli allenamenti, di accedere a Castel Volturno, di gestire i biglietti e di chiedere, come accadeva in passato, l'ospitata del calciatore di turno in occasione dell'inaugurazione di un circolo a Napoli. A questo va aggiunta la preparazione della festa scudetto, prevista per il 4 giugno in piazza del Plebiscito e in altri punti strategici di Napoli, da cui il tifo organizzato è stato totalmente escluso.
Una presa di posizione, quella del numero uno del club partenopeo, molto netta, che chiarisce perfettamente il pensiero di AdL. In sintesi: la società fa la società, con oneri e onori, e i tifosi fanno i tifosi, vale a dire pagano il biglietto, entrano allo stadio e decidono liberamente se applaudire e sostenere la squadra oppure fischiarla. Una divisione dei compiti che non è piaciuta alla Curva e che il nuovo regolamento dettato dal Viminale sulla segnalazione di tamburi, bandiere di certe dimensioni ect, ha contribuito a rendere più complicata.
Fatto sta che, come sta cercando di certificare l'inchiesta condotta dai pm Battiloro, Castaldo, De Falco, De Simone, sotto il coordinamento del procuratore aggiunto Sergio Amato, dagli attriti si è passati presto ai fatti, con presunte pressioni nei confronti di uno o più tifosi, per indurre tutti al silenzio o per spingere le curve a girarsi di spalle durante l'evoluzione del match contro il Milan, e presunti tentativi di condizionamento delle scelte manageriali del Calcio Napoli.