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"Vale la pena per me andare in nazionale per essere insultato e fischiato? No". Sono le parole di Alvaro Morata riportate dal quotidiano spagnolo Marca. Il calciatore esprime questa riflessione nel documentario che 'Movistar Plus' ha presentato oggi in anteprima, 'Alvaro Morata. Non sanno chi sono', in cui affronta la depressione e gli attacchi di panico di cui ha sofferto nel suo ultimo periodo all'Atlético Madrid, come ha affrontato la sua guarigione con l'aiuto di uno specialista, e la separazione dalla sua compagna, Alice Campello.
Il capitano della nazionale spagnola ha dichiarato di sentirsi guarito dal problema di salute mentale di cui soffriva l'anno scorso prima degli Europei, ma ammette che "non vale la pena" continuare a rispondere alla convocazione della Nazionale se questo significa essere vessato. Uno dei fattori che ha influenzato il suo stato psicologico, si legge ancora sul quotidiano, è stata la pressione mediatica, le critiche e gli insulti che lui e la sua famiglia hanno ricevuto per mesi dai tifosi negli stadi, nella vita privata e sui social media. Secondo l'attaccante del Madrid, dopo aver vinto l'Europeo con la Spagna un anno fa, pensava che "le persone sarebbero state più rispettose".
La riflessione di Morata sulla sua presenza con la Nazionale segue quanto dichiarato quando sbagliò il rigore che regalò al Portogallo la Nations League. "È possibile che non sarò qui a settembre", aveva detto dopo la partita, in vista del Mondiale del prossimo anno. Morata, 32 anni, ha confessato i problemi che hanno influenzato la sua decisione di lasciare l'Atlético e firmare per il Milan, da cui si è trasferito al Galatasaray, la sua attuale squadra, mesi dopo: "Avevo paura di tutto. Avevo un sacco di pensieri orribili e autodistruttivi. Mi è persino venuto in mente di fingere infortuni per non dover essere lì. La mente ti suggerisce ogni genere di cose per farti evitare ciò che ti fa soffrire. Era come se fossi in una stanza buia dove tutti mi fissavano. La mia testa mi inviava costantemente segnali, messaggi e voci che mi dicevano cose orribili", racconta nel documentario.
Il capitano della nazionale ha consultato uno psichiatra raccomandato dalla sua compagna per un trattamento, due mesi prima dell'inizio degli Europei. "Quando l'ho visto, provava un dolore incredibile, era molto stressato ed era profondamente depresso - riporta ancora Marca - Non voleva andare agli Europei e voleva lasciare il calcio", racconta la psichiatra Pilar de Castro Manglano, della Clinica Universitaria di Navarra a Madrid. Morata sottolinea che, oltre ai farmaci assunti, è riuscito ad affrontare gli Europei grazie al supporto di persone come l'ex giocatore Andrés Iniesta, che ha sofferto di depressione anche lui da giocatore. Ha anche elogiato il supporto del CT della nazionale Luis de la Fuente: "Ero nel momento più buio in cui una persona possa trovarsi, e lui si è fidato di me. A livello personale, è stato il miglior allenatore che abbia mai avuto, perché ha saputo non solo capire il mio problema, ma anche condividerlo e viverlo come se fosse il suo".