© IPA
"I calciatori sono liberi di esprimersi". Cosi' l'Aic è intervenuta sul caso di Milan-Como a Perth dopo le parole del milanista Adrien Rabiot che aveva definito 'folle' l'iniziativa e la replica dell'ad della serie A, Luigi De Siervo, che gli aveva rimproverato di dimenticare di "essere pagato per giocare a calcio". "Il problema non è rappresentato dall'eccezionalità di una gara e le legittime riflessioni di un atleta non andrebbero messe polemicamente in relazione con i suoi guadagni, ma ascoltate e accolte con spirito costruttivo", ha dichiarato Umberto Calcagno, presidente del sindacato calciatori. "Tutta la categoria ha sempre dimostrato un forte senso di responsabilità verso l'intero sistema, comprendendo la necessità di ricercare nuove fonti di ricavo - ha aggiunto -. Il pensiero dei protagonisti esprime una sincera preoccupazione per la loro salute e per la qualità dello spettacolo offerto; calendari troppo serrati, con conseguenti sovraccarichi di lavoro, lunghe trasferte e insufficiente periodo di recupero, influiscono negativamente su questi aspetti e solo discutendone insieme si potranno trovare soluzioni che vadano a tutela degli interessi di tutti".