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Le Sdottorate: Roma con la vitamina DDR, Thiago Motta nella storia

Fatti, numeri, curiosità della ventisettesima giornata di Serie A

di Matteo Dotto
04 Mar 2024 - 07:48
 © Getty Images

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Il Napoli ridà sostanza all’obiettivo Champions (soprattutto se anche il quinto posto varrà l’ingresso alla prossima edizione), la Juventus vede aumentare la voragine che la divide dalla testa della classifica. Se stasera l’Inter dovesse battere il Genoa i punti di vantaggio della squadra di Inzaghi salirebbero a 15. Intanto solo una lunghezza divide Juve (57) e Milan (56) per una lotta per il secondo posto di sicuro più avvincente di quella per lo scudetto.

IMPRESA – Il successo di Bergamo rafforza il sorprendente ma meritato quarto posto del Bologna. Alla vigilia di questa giornata la squadra di Thiago Motta aveva un vantaggio di sole due lunghezze sul quinto posto (Bologna 48, Atalanta 46), adesso i punti di margine sono raddoppiati (Bologna 51, Roma 47). La sesta vittoria consecutiva consente di pareggiare il filotto del Bologna 1966-67 (allenato dall’argentino Luis Carniglia, vittorioso dalla 28esima alla 33esima giornata contro Juventus, Brescia fuori, Atalanta, Venezia fuori, Lazio e Milan e fermato sullo 0-0 proprio all’ultimo turno a Vicenza). Il record felsineo però è ancora più vecchio e risale esattamente a 60 anni fa, a quella magica stagione 1963-64 contraddistinta dall’ultimo dei 7 scudetti rossoblù. Allora, dalla decima giornata (Bologna-Vicenza 3-1) alla 19esima (Bologna-Torino 4-1), la squadra allenata da Fulvio Bernardini conquistò dieci successi consecutivi, serie interrotta proprio a Bergamo il 9 febbraio 1964 (1-1, gol di Romano Fogli e pareggio bergamasco di Luciano Magistrelli). In ogni caso questo Bologna fa entrare direttamente Thiago Motta nella storia rossoblù e nel Gotha degli allenatori più amati sotto le Due Torri: per rimanere al Dopoguerra, citiamo ovviamente Bernardini e poi Mondino Fabbri, Petisso Pesaola e Gigi Maifredi.        

RISALITA – Quando a metà gennaio la proprietà Friedkin licenziò a sorpresa Josè Mourinho, la Roma si trovava al nono posto con 29 punti in 20 partite (media 1,45). Adesso con la vitamina DDR i giallorossi sono quinti in classifica e il parziale recita: 18 punti in 7 partite (media 2,57). Qualcuno dirà: ok, ma Inter a parte (contro i nerazzurri all’Olimpico l’unica sconfitta della gestione De Rossi) non è che le avversarie incontrate dalla nuova Roma siano state di primissima fascia…  Vero, ma le sei vittorie contro, nell’ordine, Verona, Salernitana fuori, Cagliari, Fiorentina fuori, Torino e Monza fuori hanno comunque un grande valore. Soprattutto considerando che a fronte dei 18 punti raccolti nell’era De Rossi contro le stesse rivali Mourinho all’andata (ovviamente a campi invertiti) di punti ne aveva conquistati solo 11, ben 7 in meno. Onore al portoghese, che ha firmato due finali europee consecutive portando a casa una Conference e sfiorando l’Europa League, ma evidentemente il suo ciclo a Roma era finito. Ed è stato giusto, ancorchè rischioso, affidare la panchina della Maggica a un’icona come Daniele De Rossi. Che nella sua unica e breve avventura in panchina (lo scorso anno in B con la Spal) non aveva certo brillato: 17 partite (16 di campionato e una di Coppa) con 8 sconfitte, solo 3 successi e conseguente esonero. De Rossi a Trigoria non ha portato solo il suo grande cuore giallorosso: in poche settimane ha dato un’impronta evidente alla squadra con idee chiare in campo e grande credibilità nello spogliatoio. Ha rivitalizzato capitan Pellegrini (mai inseritosi nel mood mourinhano), ha restituito brillantezza a Paredes rimettendolo al centro del gioco, ha ritrovato il miglior Dybala e dato fiducia a un Lukaku a tratti appannato. Insomma la Roma del futuro deve ripartire da colui che, in scarpette e calzoncini, era appunto chiamato Capitan Futuro…

ANNI OTTANTA – Con l’esonero di Dionisi al Sassuolo sono rimasti in quattro gli allenatori “anni Ottanta” del campionato. E per la serie “largo ai giovani” forse non è un caso che siano tra i migliori per qualità di gioco espresso e risultati ottenuti. In rigoroso ordine di classifica: Thiago Motta (classe ’82, quarto con il Bologna), De Rossi (classe ’83, quinto con la Roma), Palladino (classe ’84, 11esimo con il Monza) e Gilardino (classe ’82, 12esimo con il Genoa).

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