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Le Sdottorate: Gemelli 2000, Juve provinciale e un Cholito... a Milano

Fatti, numeri e curiosità dell'ultima giornata di campionato

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Campionato apertissimo e avvincente. Milan e Napoli in testa a quota 57, Inter terza a 55 ma virtualmente e potenzialmente prima se dovesse battere a domicilio il Bologna nel recupero. Il lungo weekend della lotta scudetto vede uscire vincente la squadra di Spalletti, unica delle tre battistrada a conquistare i 3 punti in questa 27esima giornata grazie al rocambolesco successo ottenuto all'Olimpico contro la Lazio con il gol di Fabian Ruiz in pieno recupero dopo le reti di Insigne e di Pedro. In un anno solare che vede in questi primi 8 turni del 2022 gli azzurri scatenati (18 punti), il Milan a 15 e l’Inter attardata a 9 (ma con una partita in meno). E il prossimo weekend, al Maradona, la sfida tra azzurri e rossoneri che può avere un valore determinante in ciave tricolore.

GEMELLI 2000 – Nel segno dei Gemelli del 2000 il 3-2 Juve a Empoli di sabato. La prima doppietta in bianconero porta Vlahovic – nato il 28 gennaio 2000 - a quota 48 gol in prima divisione (1 con il Partizan in Serbia; 47 in A di cui 44 con la Fiorentina e 3 con la Juventus) mentre Kean – nato il 28 febbraio 2000: a proposito, auguri! - tocca con il colpo di testa del Castellani quota 30 (11 con la Juve e 4 con il Verona in A; 13 con il Psg in League1; 2 con l’Everton in Premierleague). Entrambi sono stati molto precoci (e vincenti) nella loro “prima volta”. Vlahovic ha firmato il primo gol il 2 aprile 2016 a poco più di 16 anni e 2 mesi con il Partizan nel successo 3-2 contro il Radnicki Surdulica. Per Kean prima rete in Serie A il 27 maggio 2017, a 17 anni e 3 mesi, nel 2-1 ottenuto dalla Juventus in casa del Bologna. Il “mentore” di Kean è l’attuale allenatore juventino Massimiliano Allegri. Chi ha lanciato invece Vlahovic in prima squadra è Ivan Tomic, che qualcuno ricorderà centrocampista della Roma fine anni Novanta.

ATTEGGIAMENTO – Il recupero in campionato della Juventus è spiegato dai numeri: 13 partite utili consecutive con 29 punti conquistati sui 39 disponibili. Marcia che assicurerebbe un comodo piazzamento Champions. Sullo scudetto diamo ragione ad Allegri: sogno praticamente irrealizzabile visto che la corsa è non su una squadra ma su tre. Semmai stupisce di questa Juve l’atteggiamento micragnoso, da “provinciale”: nei minuti finali l’Empoli ha schiacciato i bianconeri nella loro area di rigore sfiorando un paio di volte il gol del clamoroso 3-3. Sembrava, con tutto il rispetto, di vedere in campo il Lanerossi Vicenza del pre Paolo Rossi o la Sampdoria prima dell’avvento alla presidenza di Paolo Mantovani: due squadre specializzate in salvezze nelle ultime giornate dei mitici anni Sessanta e Settanta.

BLACKOUT – Anche la crisi dell’Inter si spiega facilmente con i numeri. Il febbraio nero della squadra di Inzaghi ci dice che di punti ne sono arrivati pochini (solo 2 in 4 partite), con qualche distrazione di troppo dietro (5 reti incassate) e polveri bagnate davanti (2 gol). Ma oltre alla difesa facilmente perforabile e all’attacco che non segna più (Lautaro non timbra in campionato da due mesi e mezzo, da Salernitana-Inter 0-5 del 17 dicembre scorso) preoccupa l’involuzione di due cardini del (bel) gioco inzaghiano del girone d’andata: Calhanoglu sembra tornato l’oggetto misterioso dei primi anonimi anni milanisti e Barella non sembra neppure lontano parente del motorino azzurro protagonista agli Europei.

DESAPARECIDO – Al netto del dossier milanista per i torti arbitrali lamentati a San Siro contro Napoli, Spezia e Udinese, a Pioli sta terribilmente mancando l’apporto offensivo (gol & assist) di Brahim Diaz. Il fantasista di scuola Real si è eclissato: non segna da più di 5 mesi (da Spezia-Milan 1-2 del 25 settembre 2021, per la sua terza e ultima rete in campionato) e non serve assist dal 4 dicembre (Milan-Salernitana 2-0, palla vincente per il raddoppio di Saelemaekers). Nelle successive 11 partite non lo si è praticamente visto, salvo il positivo e decisivo ingresso in campo nel derby al posto di Kessie.

RINASCITA – Che il Cagliari avesse un organico da lato sinistro della classifica lo si sapeva. Che venissero epurati due senatori del calibro di Godin e Caceres sembrava praticamente un autogol. Invece onore e merito per la rinascita dei sardi a Walter Mazzarri. In questo 2022 ha conquistato la bellezza di 15 punti in 8 partite andando a vincere (da ex) in casa di Sampdoria e Torino e a Bergamo e battendo in rimonta il Bologna. Solo una sconfitta (di rigore, all’Olimpico contro la Roma). Nell’anno nuovo soltanto il Napoli (con 18 punti) e la Juventus (con 16) hanno fatto meglio.

EUROCHOLITO – Ha 26 anni ed è dunque nel pieno della maturità. Non aveva ancora segnato nel 2022 e si è sbloccato con una tripletta che porta a 65 il totale dei suoi gol in Serie A. Nell’ordine, da quando nell’estate 2016 è arrivato in Italia: 12 nel Genoa, 20 nella Fiorentina, 18 nel Cagliari e 15 nel Verona. Per il Cholito è la terza plurimarcatura (doppiette escluse) e tutte sono state “totalizzanti”: 3 gol nel 2017-18 nel 3-0 della Fiorentina al Napoli (tripletta che fece perdere lo scudetto al Napoli di Sarri); poker e tripletta in questa stagione, 4 reti nel 4-1 del Verona alla Lazio e 3 nel 3-1 di ieri del Verona al Venezia. Ecco, uno così farebbe molto comodo all’Inter di Simone Inzaghi (compagno di squadra di papà Diego nello scudetto laziale del 2000) come anche al Milan di Stefano Pioli. L’asta insomma è aperta…   

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