Due super formazioni dei “senza Nazionale” degli anni Ottanta e Novanta
di Matteo Dotto
Lo spunto: un tweet di qualità dell’amico e collega di Tgcom24 Andrea Saronni. Il succo, con cruda sintesi: ormai in Nazionale giocano… cani e porci. Andrea fa qualche nome e qualche cognome. E allora perché non sfruttare l’assist saronniano e provare a buttar giù un paio di formazioni “no azzurri”?
Limitando il giochino agli ultimi 40 anni di campionato ma ricordando anche – nel caso di estensione del concetto a partire dagli anni Settanta - che la “sacra” maglia della Nazionale A non l’hanno mai indossata un regista come il compianto Mario Frustalupi (cervello degli scudetti di Inter 1971 e Lazio 1974), Renzo Garlaschelli (il “gemello” di Chinaglia della Lazio scudettata di Maestrelli), tre colonne del Torino tricolore di Gigi Radice (i due terzini, Nello Santin e Roberto Salvadori, e il libero, Vittorio Caporale), due capisaldi del Milan della Stella di Liedholm (Albertino Bigon e Roberto “Dustin” Antonelli), un faticatore di centrocampo che avrebbe fatto carriera migliore in panchina (Cesare Prandelli) e un talento mai del tutto sbocciato ma dalle grandi qualità tecniche (Vinicio Verza). E ora, via con le formazioni. Un Italia-1 vs Italia-2 che vi sottoponiamo per le classiche discussioni da bar. E pazienza se in tempi di covid il bar rimane… virtuale.
ITALIA 1 – Modulo 4-2-3-1. Tra i pali Sebastiano Rossi (oltre alla superbacheca milanista degli anni Ottanta e Novanta un record d’imbattibilità superato in tempi recenti da Gigi Buffon); sulle fasce, l’ex di Torino e Napoli (scudetto ’90) Giancarlo Corradini e, dall’altra parte, il doriano Luca Pellegrini (capitano della Samp tricolore ’91) riportato nell’antico ruolo pre-libero; difensori centrali Filippo Galli (perseguitato dagli infortuni: da sano, Costacurta poteva a stento allacciargli gli scarpini…) e, staccato magari come libero vecchia maniera, Roberto Cravero (convocato tra i 20 per Euro1988 ma mai in campo neppure per un secondo). A centrocampo il fosforo di Ciccio Romano (regista del Napoli del primo tricolore, anche lui come Cravero 0 presenze ma la convocazione nella luista dei 20 per l’Europeo ‘88) e i chilometri macinati dal doriano Fausto Pari. Sulla linea dei trequartisti: Massimo Mauro (compagno di squadra tra gli altri di Zico, Platini e Maradona), Evaristo Beccalossi (la cui mancata convocazione di Bearzot a Spagna ’82 fa discutere ancora oggi…) e Paoletto Di Canio (Lazio, Juventus, Napoli e Milan prima di una grande carriera in terra britannica). Centravanti Marco Branca, la risposta italiana (per fisico e tecnica) a Marco Van Basten.
ITALIA 2 – Stesso modulo, 4-2-3-1. In porta, stile sgraziato ma efficace, Claudio Garella forte dei due titoli (due prime volte…) con Verona ’85 e Napoli ’87. Linea difensiva da destra a sinistra con l’arcigno capitano pre-Maradona di quel Napoli, Giuseppe Bruscolotti; centrali rigorosamente bianconeri il navigato Sergio Brio e un giovane (allora) Stefano Pioli; terzino sinistro con licenza di offendere Ivano Bonetti. In mezzo al campo le geometrie del compianto Agostino Di Bartolomei (capitano della Roma scudettata) e la corsa di Angelo Colombo (tra i protagonisti dello scudetto sacchiano dell’88). In avanti, terminale offensivo Pietro Paolo Virdis (capocannoniere dell’87 e artefice dello scudetto milanista ’88) con alle sue spalle la genialità di Beniamino Vignola (altrimenti detto Vignolì) e ai lati le veloci e ferali incursioni di Massimo Briaschi (garanzia di corsa e gol al servizio di Genoa e Juventus) e Carletto Muraro (“gemello” di Spillo Altobelli nell’Inter dello scudetto 1980 con Bersellini in panchina).