L'EDITORIALE DI BRUNO LONGHI

La Juve è tornata Juve, il Milan scappa in testa

Per lo scudetto decisivi gli scontri diretti: solo uno per l'Inter, che però fin qui...

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© Getty Images

Una bellissima Juventus, una degnissima Atalanta, le giocate dei tre tenori bianconeri, i colpi letali di Malinovskyi, l’autorevolezza di Kopmeiners, uno che non è proprio una scoperta visto che era il capitano del PSV. Una partita da cuori forti, che permette alla squadra di Allegri di respingere l’assalto della Dea e di mantenere la striscia d’imbattibilità cominciata dopo la sconfitta dell’andata. L’Atalanta c’è, e la Juventus è ritornata a essere la Juve.

Ma il fatto nuovo sta in cima alla montagna, dove il Milan guarda tutti dall’alto come già era capitato lo scorso 4 Dicembre dopo la vittoria con la Salernitana, sua prossima avversaria. Secondo pronostico la squadra di Pioli ha fatto ciò che il calendario le imponeva di fare: battere la Sampdoria e beneficiare del pari del Maradona tra Napoli e Inter. Ha vinto una partita abbordabilissima grazie a un assist sontuoso di Maignan, un lancio di 65 metri, che Leao ha saputo sfruttare da campione. E alla grinta dei suoi centrocampisti sempre pronti ad aggredire i portatori di palla avversari. Con determinazione, con fame inesauribile di vittoria, come si evince anche dal numero maggiore di falli e di ammonizioni rispetto alla Samp che lotta per la salvezza. Non è stato un Milan stellare, ma i tre punti prescindono da questo particolare.

Come non sono stati grandi Napoli e Inter, alle prese però con uno scontro diretto dal quale era vietato uscire con le ossa rotte. Entrambe cariche di pregi, ma anche di difetti. La squadra di Spalletti, ha saputo essere all’altezza dell’impegno quando si è venuta a trovare in vantaggio. L’Inter ha fatto altrettanto dopo aver raggiunto il pari. Ma da ora in avanti si entra a gamba testa nella fase decisiva del campionato. Con le tre che si giocano lo scudetto, puntando sui rispettivi stili e moduli di gioco, tutti leggermente diversi, e ovviamente senza dimenticare che la squadra di Simone Inzaghi ha pur sempre una partita da recuperare.

Il Milan avrà di qui alla fine nelle trasferte di Napoli e Lazio e nella gara di San Siro con l’Atalanta gli scogli più duri. Il Napoli si ritrova nella stessa situazione dei rossoneri. Stessi avversari e quindi stesso coefficiente di difficoltà, ma i due punti in meno in classifica potrebbero fare la differenza. L’Inter avrà da temere il solo big match di Torino del prossimo 3 aprile contro una Juventus ben diversa dall’andata. Ed è un bene che gliene sia rimasto uno soltanto, visto che complessivamente nei sette finora disputati contro le prime cinque della classifica, ha messo insieme solo otto punti su 21. Non proprio un bilancio da dominatrice del campionato. Ed è questo score contro le grandi della nostra Serie A -oltre all’assenza di Barella e il dubbio su Bastoni- che preoccupa in vista della supersfida di mercoledi contro il Liverpool, autentica macchina da calcio, e degnissima espressione della Premier, torneo che ci sovrasta. E non solo finanziariamente.

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