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L'Inter riparte con la positività di Inzaghi e la firma degli ultratrentenni

La classe di Dzeko, l'esperienza di Vidal, la forza di Perisic: le chiavi del successo contro lo Sheriff

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C'è poco da dire in chiave Champions: l'Inter doveva vincere contro lo Sheriff per restare in corsa verso gli ottavi. Così è stato. Ora dovrà ripetersi a Tiraspol, non ci sono altri calcoli da fare. In prospettiva però nel 3-1 di ieri sera ci sono però diverse cose da sottolineare. La prima. I moldavi, sempre in testa al girone assieme al Real, non sono squadra da sottovalutare: sono ben organizzati, ripartono bene, hanno qualche discreta individualità, non mancano di entusiasmo e hanno dalla loro quel pizzico di spavalderia tipico di chi non ha nulla da perdere. Non sono una corazzata, questo è certo, ma tra due settimane non sarà certo una passeggiata per i nerazzurri. La seconda. La positività di Simone Inzaghi. Nel post partita il tecnico nerazzurro si è profuso in un'analisi fatta di sano realismo ma anche di propositivo ottimismo. Sottolineare il "divertimento" nel veder giocare la propria squadra suona come un manifesto d'intenti. Il terzo aspetto da evidenziare è quel mix di classe, esperienza e forza che ha portato l'Inter al successo, superando con lucidità e freddezza il contraccolpo del momentaneo pareggio di Thill.

Classe, esperienza e forza che portano i nomi di Dzeko, Vidal e Perisic. La classe del bosniaco esemplificata in tre momenti topici del match: un gol splendido, un recupero difensivo prodigioso, l'assist per Vidal. E qui subentra l'esperienza del cileno che non ha più lo strapotere fisico di un tempo ma a questo supplisce con l'arma in più di chi è stato un giocatore sopra la media: saper colpire quando serve, quando si deve. La forza, invece, non manca a Perisic. Anzi. Quando è in condizioni il croato è atleticamente devastante. Ieri sera lo ha dimostrato ancora una volta. Insomma, tre ultratrentenni che nel momento chiave hanno preso per mano la squadra e l'hanno portata a centrare l'obiettivo di serata.

Per il resto, restano sullo sfondo le solite ombre sin qui intreviste. L'Inter crea molto ma concretizza meno di quanto potrebbe e dovrebbe (quasi un paradosso visto il numero di gol segnati), subisce reti "evitabili" (Handanovic da rivedere sulla punizione di Thill) e deve ancora trovare un assetto definitivo a centrocampo, fasce comprese, dove Dumfries (assist  a parte per il 3-1 definitivo di De Vrij) non ha ancora mostrato le sue qualità, evidenziando anzi qualche errore tecnico di troppo che ne hanno minato tranquillità e lucidità. Ora però, accantonata momentaneamente la Champions, il focus torna sul campionato: la rabbia post-Lazio è stata ben convogliata sul campo contro lo Sheriff, altrettanto dovrà essere fatto domenica sera contro la Juve.

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