MILAN

Ibrahimovic fa ancora crac: tutti gli infortuni dello svedese degli ultimi anni

Ancora uno stop per lo svedese, che starà fuori 7-8 mesi per l'intervento al ginocchio. Gli ultimi anni sono stati costellati di difficoltà fisiche

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© Getty Images

Ibra out. Ancora. L'artroscopia post-operatoria restituisce un quadro per nulla confortante. I tempi di recupero saranno più lunghi del previsto. 7-8 mesi. Quando lo svedese tornerà sarà 41enne, non un'età in cui sia facile recuperare da un infortunio simile, non certo il primo. Gli ultimi, sorprendenti, anni in maglia rossonera sono stati colmi di gioie e gol, quando lo stato di forma lo ha permesso. Spesso, però, il 40enne ha dovuto cedere ai referti dell'infermeria che lo relegavano a un recupero forzato. Lo spirito di Ibra è encomiabile, però arriva un punto in cui il pensiero sorpassa le capacità fisiche, e li è il caso di dire basta. La forma presentata nei momenti di salute era delle migliori, Zlatan è ancora capace di reggere i ritmi (non infernali) della Serie A, e anche di giocare sporadicamente in Europa, ma i tanti infortuni che lo hanno bloccato sono un monito circa l'insindacabile corso della natura. Ripercorriamo i vari stop che lo svedese ha dovuto affrontare negli ultimi anni. 

Come molto spesso accade nelle vicende umane, c'è un prima e un dopo. È il 20 aprile 2017 e la casacca è quella del Manchester United. Nella gara di Europa League con l'Anderlecht Ibra salta, altissimo, come suo solito, e, senza particolari contrasti, atterra invertendo la normale flessione del ginocchio. La sensazione che sia qualcosa di molto grave è immediata e viene subito confermata. Rottura del legamento crociato, lo stop è di 7 mesi. Un infortunio che a 35 anni metterebbe a dura prova chiunque, ma non Zlatan, che di ritiro proprio non vuol sentir parlare. Complice il riacutizzarsi la stagione successiva dei problemi al ginocchio, che lo hanno tenuto fuori altri 60 giorni, e la concorrenza di Romelu Lukaku, Ibra sembra destinato al viale del tramonto. Il canto del cigno lo fa per lui Mourinho, suo grande estimatore, che annuncia che Zlatan non tornerà più a quei livelli.

Forse aveva leggermente sottostimato il personaggio. Il trasferimento a Los Angeles non è stato un prepensionamento nella comoda MLS, ma un modo per Ibra di ritrovarsi. Nell'anno sotto il sole californiano Ibrahimovic risorge dalle proprie ceneri e, complice un livello complessivamente più basso, ha modo di esprimersi al massimo delle sue possibilità. Il dubbio ora è se è possibile dare ancora qualcosa ai massimi livelli europei oppure no. Zlatan accetta la sfida e torna a Milano. Il resto è storia. 

Nonostante i gol, il carisma e l'impatto emotivo avuto a Milanello, su cui non si discute, Ibra ha trascorso in infermeria 345 giorni in due stagioni. Sostanzialmente metà del tempo in maglia rossonera. A cui si sommeranno i 235 giorni ipotizzai per questo ultimo infortunio. I fastidi principali sono legati al ginocchio debole, che gli ha dato ancora problemi determinando lo stop più lungo nel suo Milan-bis (123 giorni alla fine della prima stagione). Poi problemi muscolari, al tendine d’Achille, agli adduttori hanno completato il quadro. Tanto tempo che, passata la sbornia dello scudetto, fa riflettere sulla tenuta fisica futura del campione svedese. 

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