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I numeri di Leao e Lautaro, la risalita di Spalletti e il gambero Cairo

La consueta rubrica del lunedì del nostro Matteo Dotto

di Matteo Dotto
01 Dic 2025 - 07:00
 © Getty Images

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Nel campionato dei sorpassi e dei controsorpassi a questo giro del quartetto di testa perde solo la Roma e vincono Milan, Napoli e Inter. Dalla vetta con Milan e Napoli a quota 28 fino alla Juventus a 23 (al di là del risultato del Bologna nel posticipo del lunedì) ci sono ben sette squadre nel giro di soli 5 punti. Il nostro non sarà più il campionato più bello del mondo ma di sicuro è il più incerto.

RISVEGLIO – Con quell’espressione un po’ così (come canterebbe Paolo Conte), David Neres sta diventando un fattore per il Napoli di (Antonio) Conte. Lo scorso anno il brasiliano aveva contribuito con due gol alla causa tricolore firmando però la sua miglior prestazione nella vittoria a Udine di metà dicembre senza peraltro entrare nel tabellino dei marcatori. In questa stagione, dopo la doppietta all’Atalanta di due sabati fa, ecco il gol che decide la sfida dell’Olimpico.

BOMBER – La doppietta di Pisa proietta in testa alla classifica marcatori Lautaro Martinez con 6 centri. Finora erano attaccanti atipici come Pulisic, Calhanoglu, Orsolini o Paz a guidare la graduatoria dei bomber. Due gol per l’argentino per cancellare le delusioni nel derby e con l’Atletico Madrid e zittire i critici. Nel giorno della sua 250esima presenza in Serie A, Lautaro aggiorna statistiche davvero impressionanti: 121 i suoi gol in campionato, cui se ne aggiungono 12 tra Coppa Italia e Supercoppa di Lega e altri 30 in Europa e nel mondo (25 in Champions, 3 in Europa League, 2 nel Mondiale per club) per un totale di 163 in 352 presenze nerazzurre. 

RISALITA – Le magie di Yildiz (assist-man martedì in Champions per poi mettersi in proprio sabato contro il Cagliari con la doppietta vincente) aiutano Spalletti. I cui numeri – se paragonati a quelli del predecessore Tudor – sono già ampiamente positivi. Media punti 2, con 8 punti in 4 gare di A e 4 in 2 di Champions per un totale di 6 incontri e 12 punti. Il tecnico croato vantava una media di 1.50 in campionato (12 punti in 8 giornate) e un modesto 0,66 in Europa (frutto di 2 punti in 3 partite) per un totale di 1,27 punti a gara (14 in 11 incontri). Preoccupa semmai, di questo primo ciclo spallettiano, la poca tenuta difensiva: la nuova Juventus ha tenuto la porta inviolata solo una volta su sei (nel derby con il Torino). 

RECORD – Il gol vincente di Leao alla Lazio, il 76esimo del portoghese in maglia rossonera, è il 60esimo in A del numero 10 arrivato a Milano nell’estate 2019. Leao è di gran lunga il miglior marcatore milanista dell’era post Berlusconi. Questi i “magnifici 7” a partire dal 2017-18 per quanto riguarda le segnature nella massima divisione: dietro a Leao (a quota 60) ci sono Giroud (39 ma in soli tre campionati), Kessie (35), Ibrahimovic (34), Theo Hernandez (31), Pulisic (28) e Rebic (27)

SPETTRO – In coda con 6 punti a braccetto con il Verona (squadra peraltro gemellata). Zero vittorie in 13 giornate. Lo spettro della B aleggia su Firenze, neppure il cambio in panchina Vanoli-Pioli sembra aver sortito effetti. Nell’ultima retrocessione della Fiorentina, stagione 2001-02, la Viola dopo 13 partite aveva 10 punti. Allora neppure tre allenatori (Mancini, Bianchi e Chiarugi) riuscirono nel miracolo salvezza. L’Associazione Calcio Fiorentina 1926 retrocesse con largo anticipo e di lì a poco fallì. La rinascita con l’ingresso della famiglia Della Valle e la nascita della Florentia Viola che ripartì dalla C2.

UMILIAZIONI – Più di vent’anni al timone granata e mai una gioia. L’era Cairo ha da tempo disamorato i tifosi del Toro eppure si riesce sempre a far peggio. Il Torino edizione 2025-26, quello con 14 punti in 13 partite, quello con la peggior difesa della Serie A (23 i gol al passivo), quello che non vince da più di un mese, quello che ha racimolato solo 3 degli ultimi 15 punti disponibili, ha numeri peggiori dei quattro precedenti. Per la serie: cambiano gli allenatori e cambiano anche (in peggio) i risultati. Lo scorso anno con Vanoli in panchina a quest’altezza i granata avevano 15 punti. Nel 2023-24 (ultima stagione del triennio Juric) i punti dopo le prime 13 giornate erano 16, nelle prime due annate del tecnico croato 17. Come dire: il cammino del gambero… D’altronde la mancanza di progettualità del club cairota – al di là dei continui ribaltoni tecnici (17 allenatori al netto delle riassunzioni) – è evidente anche sul fronte dei risultati: mai una volta il Toro è entrato in Europa dalla porta principale (le due qualificazioni del 2014 e del 2019 arrivarono dopo le squalifiche Uefa di Parma e Milan). Per non parlare del bilancio nei derby: in 33 partite, una vittoria e 24 sconfitte, solo 16 gol fatti e ben 57 subìti.